Sotto l'abito talare quasi niente (soprattutto buone intenzioni) di Alessandra Comazzi
G RAIUNO TIVÙ'& TIVÙ1 Sotto l'abito talare, quasi niente (soprattutto buone intenzioni) MA sarà stata davvero censura? Timore che qualcuno potesse protestare per la scabrosità del tema, per lo stupro che deve subire la suora interpretata da Carol Alt, per l'aborto (peraltro spontaneo) che deve affrontare, per il bacio che scambia, sulle spiagge brasiliane, con l'amato padre Sandro (scene tutte girate con grande rispetto)? Certo, «Missione d'amore», il film per la tv in tre puntate di Dino Risi (prima parte in onda giovedì su Canale 5, campione di audience della serata con 5 milioni e 973 mila spettatori) ha subito molti rinvìi. Nonostante di baci talari Canale 5 sia esperta, fin dai tempi di «Uccelli di rovo», anno 1983, il serial più replicato dalla Fininvest: allora padre Ralph (Richard Chamberlain) amoreggiava in riva al mare con Raquel Ward. Ma correvano gli Anni Ottanta, altri tempi: andavano di moda trasgressione, dissacrazione. Adesso invece c'è serietà, c'è restaurazione, quel che andava bene una volta può non essere gradito adesso. Deve esserci però un altro I motivo che ha fatto tentennare I i signori dei palinsesti Finin¬ vest: è che «Missione d'amore» è un film non riuscito. E chissà quanto ne è responsabile il regista, Dino Risi addirittura, l'autore del «Sorpasso», tanto per dirne uno. La settimana scorsa, quando la Fininvest ha finalmente annunciato il programma, il regista non ha partecipato alla conferenza stampa. Si diceva per polemica con chi gli aveva fatto fare una anticamera tanto lunga. Sarà così? Non sarà forse che lui per primo ha voluto prendere le distanze da una creatura che non sente sua? Gli avranno imposto degli attori, dei ritmi, dei tempi? Sia come sia, c'è ben poco che sta in piedi, in «Missione d'amore»: prima di tutto la scelta della protagonista, Carol Alt. Ma andiamo, come si può far interpretare a Carol Alt il ruolo di una ragazza ricca che riceve l'illuminazione e si converte? La sua Damasco è la morte dell'amatissimo fidanzato pilota d'auto, unita a un viaggio in India e alla conoscenza con il padre Sandro, quello del bacio. Non è impossibile che una bella ragazza, ricca e viziata, guardi in se stessa, rinunci a tutto e vada ad aiutare i poveri, lo han fatto fior di Santi e di persone comuni. Ma si tratta di un ruolo non facile, che va affidato a un'attrice vera: non a una ragazza bellissima che sa soprattutto sgranare gli occhioni blu e indossare con classe ogni genere di abito. La conclusione è che il personaggio non ha spessore, non si capisce se scherza o fa sul serio, non si coglie l'importanza della vocazione, sembra veramente una scemetta viziata. Eppure si intuiscono le intenzioni degli autori, che si sono ispirati al libro di Maria Pia Bonanate, «Suore»: il tentativo doveva essere quello di illustrare il controverso percorso di una ragazza che dà un taglio francescano alla sua esistenza. Si voleva descrivere la vita difficile nelle missioni, i rischi che corre una donna, giovane e bella, in mezzo alla foresta; si voleva anche sottolineare il tormento interiore di un'anima dibattuta tra gli slanci dell'amore universale e quelli dell'amore per un'altra persona. Progetto ambizioso, realizzazione inadeguata. Alessandra Comazzi
Persone citate: Bonanate, Carol Alt, Dino Risi, Raquel Ward, Richard Chamberlain
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