L'Usigrai denuncici «Demattè ci censura» di R. R.
LUsigrai denuncici «Demattè ci censura» Il sindacato: silenzio stampa, divieto intollerabile LUsigrai denuncici «Demattè ci censura» ROMA. «No al silenzio stampa». I giornalisti della Rai si ribellano alila circolare Demattè, che vieta ogni esternazione coi colleghi della carta stampata. «Un provvedimento discutibile», si legge nel documento licenziato ieri dall'Usigrai. Ma nei corridoi infiniti di Saxa Rubra il mugugno assume forme anche più esplicite: «E' una forma di censura bell'e buona. Un divieto intollerabile». Alla vigilia della rivoluzione annunciata (il piano di ristrutturazione dell'azienda sarà pronto il 15 ottobre, quello dei Tg è atteso per il 22 settembre, ma il consigliere Murialdi, che ha la delega per quel delicato incarico, riferirà al Consiglio di amministrazione mercoledì) l'Usigrai chiede ai vertici di promuovere «una conferenza pubblica capace di coinvolgere il Parlamento (l'editore) e le forze culturali e sindacali». E intanto mette le mani avanti. Con un no secco «all'attuale tripartizione, al Tg unico, al Tg dei progressisti e dei conservatori, magari con una spruzzata di federalismo» e, in generale, a «qualsiasi aggancio tra l'assetto di reti e testate e il quadro politico presente e futuro. In coincidenza col piano annunciato, il 22-23 settembre, il sindacato dei giornalisti terrà un convegno sulla controversa materia. Intanto, Demattè ieri mattina è andato a Saxa Rubra a trovare il direttore del Tg3 Alessandro Curzi, che nei giorni scorsi aveva rimesso il suo mandato «per favorire il salvataggio» della sua testata. L'Usigrai prende posizione anche sulla «questione morale», esplosa con il licenziamento del giornalista del Tgl Enrico Massidda per le note spese gonfiate. Il sindacato denuncia «i provvedimenti e le iniziative che si susseguono saltando persino le dovute informative» e chiede «rigore estremo» sì, ma «nel pieno rispetto delle regole, di tutte le garanzie contrattuali». [r. r.]
Persone citate: Alessandro Curzi, Demattè, Enrico Massidda, Murialdi
Luoghi citati: Roma
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