I big del cinema: «Curzi deve rimanere»

I big del cinema; «Curii deve rimanere» DUE OSTACOLI PER IL «NUOVO CORSO» RAI Otto registi (da Pontecorvo a Luigi Magni) allarmati dopo le dimissioni del responsabile del Tg3 I big del cinema; «Curii deve rimanere» Venezia, rispolverato anche un cartello per difendere il direttore ROMA. «La terrazza due. Il ritorno dell'appello». Aria di déjà-vu. Ancora cineasti «democratici» impegnati in qualche ottima causa. Ancora firme in calce a messaggi vibranti e anche un po' indignati. Ancora quell'inconfondibile aria di famiglia (ideologica) che con tanta amara autoironia Ettore Scola ha immortalato nella Terrazza, appunto. Stavolta la mobilitazione ha per tema la difesa del Tg3 e del suo direttore Sandro Curzi. Messi da parte gli impegni della Mostra del cinema, un gruppo di registi di sinistra si riunisce come ai vecchi tempi per stilare il testo di un telegramma urgente. Destinatario: Claudio Dematté. Prestigiose le firme: Gillo Pontecorvo, Luigi Magni, Giuliano Montaldo, Francesco Maselli, Carlo Lizzani, Paolo e Vittorio Taviani, Ettore Scola. «Allarmati dalla notizia delle dimissioni del direttore del Tg3», recitano le prime parole del testo, «ci auguriamo che esse vengano respinte». Non solo «respinte», gesto par di capire considerato di per sé doveroso da parte di Dematté, ma anche «fermamente». E d'altronde non può restare senza risposta «l'allarme» lanciato dal gruppo di cineasti asserragliati in un albergo di Venezia Lido, l'obiettivo dell'appello essendo la possibilità che «sia conservata a tutti una voce e una personalità che, al di là di mille divergenze e differenze, ha contrassegnato l'intera esperienza informativa di quel telegiornale». Di «quel» telegiornale, ovviamente, e non di altri. Non particolarmente ferito dalle analoghe notizie di dimissioni degli altri due direttori di tg, il club di cineasti democratici insorge adesso per difendere a spada tratta il tg malignamente ribattezzato dagli avversari «TeleKabul». Beninteso, «al di là di mille divergenze e differenze». Ma del resto non era forse un tratto tipico degli appelli d'una volta, a favore del Vietnam e contro i colonnelli greci, a favore della pace e contro le interruzioni pubblicitarie di un'emozione, quello della ricerca di un terreno comune «al di là di mille divergenze e differenze»? Ora, «allarmata», la terrazza si dispone a riaccogliere i suoi ospiti. Con la penna bene in vista, pronti per la firma. [p. bat.l Sandro Curzi direttore del Tg3. Contro le sue dimissioni si sono schierati alcuni registi e hanno rivolto un appello al presidente della Rai, Claudio Demattè

Luoghi citati: Pontecorvo, Roma, Venezia, Venezia Lido, Vietnam