«Pierino? Merita un castigo»

Ma Tatti Sanguinetti: Piero è il portavoce della gente Dopo le botte ricevute da Cecchi Gori: quella non è satira, sono offese «Pierino? Merita un castigo» Tutti d'accordo: Chiambretti ha esagerato L'AUTOGOL DI UN «MITO» OIAMBURRASCA il giorno dopo. Piero Chiambretti è avvilito, nervoso, irritato per le botte con Vittorio Cecchi Gori, per il polverone alzato. Sta lavorando al Lido, di nuovo alla Mostra, fra i divi del cinema che quest'anno non lo sopportano, che lo snobbano e che addirittura non lo riconoscono. Lui lavora. Da professionista continua il suo gioco alla provocazione, anche se preferirebbe andarsene a casa. Però fra i suoi c'è nervosismo. Forte, violento, scoppia all'improvviso. Tatti Sanguinetti, alter ego del Robin Hood di Raitre, è il portavoce delle offese subite dall'intero gruppo. Qualcosa si è spezzato. Cosa succede, Chiambretti non piace più? «Smettiamola con questa storia. Siamo stati aggrediti, ecco cosa è successo. Ci è venuto addosso il gorilla più violento del cinema italiano. E' stata un'aggressione, non una rissa. Il padre, il vecchio Cecchi Gori, aveva già parlato con Piero senza riconoscerlo. Incredibile, non conosceva Chiambretti. Era convinto di trovarsi davanti un vero giornalista di "Ciak". E' stata un'intervista surreale, basata su quest'equivoco e sulle bischerate del figlio Vittorio. Piero scherzava sui fratelli comunisti, e l'altro credeva di essere scambiato per uno dei fratelli Taviani. Eravamo sbalorditi. Alla famosa domanda sulle corna, ha cominciato a dire che era suo figlio a fare stragi di cuori, a rendere cornuti gli altri». Però le incursioni che Tanno scorso facevano ridere, quest'anno irritano. Mancano i corrotti di Tangentopoli? «Bisogna ristabilire la verità, noi non siamo i picchiatori, ma quelli malmenati. Siamo sempre usciti indenni da spogliatoi, case di politici, sedi di partito, e non accettiamo le minacce dell'uomo di Berlusconi. Gori ha detto: "Vi faccio chiudere!". Ma forse non si è accorto che noi siamo la Rai». Non crede che questo episodio peserà? C'è chi accusa Chiambretti di volgarità, dì essere prigioniero del suo stesso personaggio, di forzare perché ormai è finito... «Piero si è fatto carico dell'imma¬ ginario popolare più basso, è il portavoce della gente. Certo nel bene o nel male questo episodio sarà la svolta della sua carriera». Il periodo d'oro del TgO è ormai un ricordo. Adesso se Pierino si presenta con un grosso uovo davanti a Spielberg, nessuno ride. Se va da Tina Turner con pinne e occhiali, nessuno ci bada. Il problema, forse, non sono le botte. Il problema, forse, è l'anonimato, sono i divi che prima lo usavano come passerella, e che ora lo snobbano. E lui si sfoga: «Se vado piano dicono che non mordo, se attacco sono volgare...». Una crisi professionale? In difesa accorre Corrado Augias: «Chiambretti è un genio, ma a volte anche i geni sbagliano». Andrea Barbato è più preciso: «Prima funzionava chi dissacrava il regime, ora nessuno ne ha più voglia. Anzi si vorrebbe "ri-consacrare". E poi prendersela con chi tiene l'anima con i denti, con chi fa cinema e calcio non è divertente. Attaccare Craxi, quando i socialisti andavano forte, era coraggioso, era intelligente. Andare contro Spielberg è fuori tempo, non serve a nulla, anche se Piero resta di una bravura straordinaria». A Enzo Biagi i fatti del Lido ricordano un avvenimento successo anni fa: «Un giornalista chiese a Paolo Grassi: "E' vero che lei è impotente?". La risposta suggerita da me fu: "Di questo si può sempre discutere, invece non si può discutere il fatto che lei sia un cretino"». Oliviero Toscani, che di provocazioni se ne intende, va oltre: «Mi stupisce che Chiambretti abbia fatto una domanda così da "pretino", da piccolo borghese. Chi se ne frega di cosa ac¬ cade nei letti altrui? La provocazione deve essere un atto di generosità. Se attacco Andreotti e la sua banda Bassotti è per cambiare le cose. Dire a uno: "Sei cornuto", per far ridere, è solo ima vigliaccata. E' troppo facile, ma non cambia nulla. A chi serve?». Aldo Busi spara a zero: «La vera provocazione è lo stipendio che prende per il lavoro servile e conformista che ha fatto. Macché satira, ha ricevuto i miliardi Sip, si veste da scatoletta Simmenthal solo per soldi. E' sempre stato un travet della satira, stupida e al servizio dei padroni». Sconsolata Cinzia Leone di «Avanzi»: «Chiambretti mi piace, mi è simpatico. Però forse, a volte, bisogna avere il coraggio di fermarsi. Se non si hanno idee si deve restare a casa. Quella non è satira, sono offese. A volte per far ridere indaghiamo i luoghi della volgarità e il tentativo di essere sempre fra i migliori ci fa cadere fra i peggiori». E Gigi Radice, il presunto tombeur, che dice? «Vai cauto, Piero!». Laura Carassai Ma Tatti Sanguinetti: Piero è il portavoce della gente A sinistra Piero Chiambretti, sopra l'attrice Cinzia Leone A fianco Andrea Barbato. Per il giornalista «Chiambretti è di una straordinaria bravura, anche se a volte è fuori tempo»