Una task-force presidia Crotone di Fulvio Milone

Una task-force presidia Crotone Enichem, paura di nuovi scontri Una task-force presidia Crotone CROTONE DAL NOSTRO INVIATO Il cuore di Crotone batte forte per l'ansia e la paura, alla vista di tutti quei poliziotti, carabinieri e militari della Guardia di Finanza giunti dalle province calabresi e da Napoli. Sono arrivati in mille, pronti a entrare in azione se e quando lo deciderà il questore di Catanzaro, Gianni Carnevale, responsabile dell'ordine pubblico nella città dove, lunedì scorso, i cassintegrati dell'Enichem hanno devastato la fabbrica e fatto bruciare quintali di fosforo. Gli investigatori hanno inviato alla magistratura un primo rapporto informativo sulla «notte dei fuo- chi» di sei giorni fa: il fascicolo è già sulla scrivania del sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Gregorio Capasso, che dovrà aprire un'inchiesta. Nella questura di Catanzaro nessuno nasconde la preoccupazione per ciò che potrebbe accadere lunedì, quando a Roma si terrà una riunione convocata dal governo per decidere le sorti della fabbrica e il futuro dei 333 dipendenti messi in cassa integrazione per due anni dall'Eni. Gli operai che si sono barricati nella fabbrica e hanno piazzato barili pieni di fosforo davanti ai cancelli, mentre le loro mogli occupano la stazione ferroviaria dalle 10 del mattino alle 10 di sera, avanzano richieste precise: sospensione dei provvedimenti, ma soprattutto garanzie precise sul mantenimento dei posti di lavoro nell'area di Crotone. Se da Roma giungeranno risposte positive tornerà a regnare la calma. Altrimenti sarà la guerra. Una guerra che rischia di allargarsi in tutta la Regione. Lo dice Rocco Gaetani, sindacalista dell'Enichem: «In Calabria ci sono 11 punti di crisi. Gli operai delle altre fabbriche si stanno svegliando, siamo sommersi dai messaggi che annunciano proteste come la nostra. La rivolta dell'autunno caldo può partire da qui, dal Meridione. E stia tranquillo il signor Bossi: se lui vuole la secessione, noi siamo pronti a batterlo sul tempo». La protesta violenta, dunque, rischia di allargarsi a macchia d'olio. I segnali ci sono tutti, a cominciare da quelli che provengono da un'altra grande fabbrica di Crotone, La Pertusola Sud, che produce zinco. I 650 dipendenti temono di subire la stessa sorte dei cassintegrati dell'Enichem e nella piazza della Resistenza, davanti al municipio, hanno issato una bandiera rossa su una catasta di barre di metallo. Il sindaco pidiessino Carmine Talarico si è schierato con gli operai, ma non senza problemi all'interno della giunta. A soffiare sul fuoco della polemica è stato l'assessore de alla Sanità, Mariolina Intieri, che ha accusato il primo cittadino e il suo partito di voler gestire per scopi politici la vertenza Enichem. «Non è neanche il caso di rispondere a queste accuse», taglia corto Talarico. Fulvio Milone Ancora emergenza a Crotone, dopo la rivolta degli operai dell'Enichem che hanno protestato contro la proroga della cassa integrazione

Persone citate: Bossi, Carmine Talarico, Gianni Carnevale, Gregorio Capasso, Mariolina Intieri, Rocco Gaetani, Talarico