Tutti i «fratelli» del no di A. B.

Tutti i «fratelli» del no Tutti i «fratelli» del no Coloni e islamici: terrore contro la pace TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Due fedi diverse, la medesima lo- < gica. Per gli irriducibili della Grande Terra d'Israele e della Palestina islamica il riconoscimento reciproco tra Israele e Olp non è l'inizio della rappacificazione storica, ma il punto di partenza di un nuovo modo di condurre la guerra. Da entrambe le parti, nei giorni scorsi, sono state lanciate minacce, condanne e scomuniche. Da entrambe la parti si giura che gli accordi per l'autonomia naufragheranno, si elaborano progetti operativi e si accarezzano già i grilletti dei fucili. A Gaza, per tutta la mattinata di ieri, gli altoparlanti dei minareti hanno rilanciato dure requisitorie contro i «commercianti di terreni», cioè l'Olp e i suoi dirigenti. All'uscita dalle moschee, i fedeli hanno trovato un bellicoso comunicato del movimento di resistenza islamico Hamas, fresco di stampa, in cui si ribadisce che dopo «la rinuncia dell'Olp a realizzare gli obiettivi del popolo palestinese», l'unico progetto politico valido si riassume nel martirio e nella Jihad, la guerra santa. Nel comunicato, Hamas lancia un appello ai «fratelli di Al Fatah» affinché si ribellino al loro leader Arafat. Per gli altri ci saranno «i proiettili dello sceicco Al Qassam», ossia del braccio armato di Hamas «Ez Aldin Al Qassam», «che inseguiranno i soldati israeliani, i coloni sionisti e tutti i collaborazionisti». Un movimento radicale filo-siriano (Fatah-intifada) ha emesso una sentenza di morte nei confronti di Arafat. Nelle stesse ore in cui Hamas organizzava ieri due dimostrazioni di protesta a Gaza e nella vicina Rafah, anche centinaia di coloni erano impegnati a Gerusalemme in una rumorosa dimostrazione contro il riconoscimento dell'Olp, di fronte all'ufficio del primo ministro. «Morte ad Arafat» e «Rabin traditore» erano due degli slogan più frequenti. Nei prossimi mesi a Gerico e a Gaza verranno dislocati centinaia di poliziotti palestinesi. Si tratta in effetti di due brigate dell'Esercito di liberazione palestinese, la Ein Jallud e la Bader. Questi fedayn dovranno guardarsi sia alle spalle - un portavoce del Fronte popolare di George Habbash ha preannunciato che il suo movimento combatterà «contro l'occupazione di Arafat a Gaza e a Gerico» così come contro quella israeliana - sia di fronte, dato che i coloni affermano di non riconoscere la polizia palestinese. «Se vedrò di fronte a me un poliziotto palestinese, punterò istintivamente alla sua fronte», ha detto nei giorni scorsi Benny Katzover, uno dei leader del movimento dei coloni. E il rabbino Yigal Kaminsky, che risiede nella striscia di Gaza, ha assicurato: «Nessun agente palestinese riuscirà mai a perquisirmi», [a. b.]

Persone citate: Arafat, Bader, Fatah, George Habbash, Jallud, Rabin, Yigal Kaminsky