«Ma oggi si sta meglio»

LAmerica e il colpo di Stato LAmerica e il colpo di Stato «Ma oggi si sta meglio» Il prof. Angelo Codevilla ci ha inviato un sunto dell'articolo che comparirà sulla rivista americana Foreign affairs. Codevilla, direttore dell'«Hoover Institute» alla Stanford University di San Francisco e consulente dell'amministrazione americana, propone un'analisi destinata a far discutere. NCHE Eduardo Frei, che sarà eletto Presidente a dicembre, evita di dir bene degli Anni Sessanta, quando governava suo padre. Quanto ad Allende oggi ne parla solo l'estrema destra. Fatto è che il governo militare del 1973-1990 ha cambiato il Cile, e che pochissimi vorrebbero tornare indietro. I cambiamenti economici sono ovvi. Quando Pinochet passò la presidenza a Aylwin nel 1990, il Paese aveva tre volte le automobili di quando fu passata da Frei ad Allende. Nove cileni su dieci avevano il bagno in casa. Il prodotto nazionale prò capite era aumentato del 50%. Un neonato poteva aspettarsi dieci anni di vita in più. Tutto questo malgrado due recessioni mondiali, la crisi del petrolio, la crisi bancaria del Terzo Mondo e l'ostilità di Mosca, di Washington e dell'Europa verso il governo Pinochet. Altri cambiamenti meno ovvi sono ancora più importanti. Una volta, la previdenza sociale tratteneva al lavoratore cileno metà della busta paga e gli rendeva una pensione misera. Lo Stato mangiava la differenza. Adesso il lavoratore versa il 20% in un conto proprio, lo affida ad una società privata di investimenti di scelta sua, e ne gode i frutti. Vent'anni fa lo Stato aveva 650.000 dipendenti civili. Dopo Pinochet i cileni dovevano mantenerne ed ubbidirne soltanto 117.871. Naturalmente i partiti che hanno perso la capacità di lottizzare tutti quei posti hanno perso potere. Ma il cittadino semplice ci ha guadagnato soldi e libertà. Il governo militare ha anche spazzato via i poteri giuridici ed economici dei sindacati e di varie associazioni private dunque ancora meno gente davanti a cui il cittadino deve chinarsi. Poi funzioni statali come sanità e scuola sono state trasferite ai municipi. Soprattutto la qua¬ si eliminazione delle tariffe sulle importazioni e di varie forme di sussidi hanno liberato la vita economica dalla ragnatela di privilegi imposti dallo Stato. Fero se questi sviluppi devono tutto al governo di Pinochet, non devono niente alla sua dittatura. Il regime di Allende aveva portato la logica dello statalismo alle sue conseguenze: privilegi per gli amici dei potenti e miseria ed umiliazioni per il resto della gente. Il Paese era pronto per un cambiamento radicale di rotta. Il governo Pinochet non usò nessuna violenza per varare le riforme economiche e politiche, né suscitarono resistenze violente. Qualsiasi governo eletto democraticamente avrebbe potuto fare le stesse cose, anzi con maggior sostegno popolare. Purtroppo la classe politica non ne fu capace. I politici si riguardavano come gestori dello Stato e lasciarono ai generali la rappresentanza dell'individuo. LAmerica Latina ha avuto chissà quanti governi militari. Tutti hanno fatto la guerra ai loro avversari. Anche Pinochet ed i suoi avversari hanno sparato. Secondo il famoso rapporto Rettig costò 2115 vite. Però questa guerra non ha avuto niente a che fare con le riforme che hanno ridotto il peso dello Stato sulla vita quotidiana del cittadino. Il governo militare cileno fu dunque un fenomeno complesso. C'erano quelli che volevano imporre la disciplina militare alla società civile ed altri che volevano semplicemente gestire lo Stato per aiutare i loro amici. Pinochet certo non fu il re filosofo e non tutte le sue scelte furono nello stesso senso. Però in fin dei conti scelse uomini e idee che diminuirono lo Stato ed accrebbero la libertà, sia economica che civile. Le piante, dopo tutto, si conoscono dai frutti. Angelo Codevilla

Luoghi citati: Cile, Europa, Latina, Mosca, San Francisco, Washington