Segretario msi a festa antifascista di Mario Bosonetto

Cuneo, gaffe del presidente della Provincia, che lo fa cacciare Cuneo, gaffe del presidente della Provincia, che lo fa cacciare Segretario msi a festa antifascista Invitato per sbaglio, partigiani in rivolta LITE NELLA PATRIA DELLA RESISTENZA S.CUNEO E c'è l'msi in aula noi non entriamo». Palazzo della Provincia di Cuneo (città medaglia d'oro della Resistenza), le 10 di ieri. Deve iniziare la cerimonia che apre ufficialmente le celebrazioni del cinquantenario della guerra di Liberazione. I rappresentanti delle associazioni partigiane sono riuniti nell'ingresso. Ma c'è chi è arrivato prima: su una poltrona all'estrema sinistra dell'aula ha preso posto Carlo Cerrina, segretario provinciale dell'msi. Cerrina, 35 anni, è stato condannato a 9 mesi per vilipendio delle Forze Armate della Liberazione. Fuori dal salone ci sono l'avvocato Dino Giacosa e lo scrittore Nuto Revelli, ex comandanti partigiani: nel volantino, fatto stampare e diffuso da Cerrina l'8 settembre del '90, erano accusati di aver «trucidato migliaia di persone nella "Granda" dopo il '45». «E' una provocazione che non accettiamo - dicono i par- tigiani -. Se non viene allontanato ce ne andiamo noi. Non possiamo celebrare la Resistenza in sua presenza». Ma Cerrina non si arrende: esibisce l'invito ufficiale ricevuto dall'Amministrazione provinciale, impersonale, indirizzato al segretario provinciale dell'msi, come a quelli di tutti gli altri partiti e movimenti. Interviene il presidente della Provincia Giovanni Quaglia, de, per rimediare alla «gaffe» della segreteria, colpevole di non aver depennato nominativi «scomodi» dall'indirizzario standard. «La presenza di Cerrina - sentenzia Quaglia - è in contrasto con lo spirito della riunione. Gli ritiro ufficialmente l'invito». Il presidente chiama due poliziotti, che sol¬ levano Cerrina e lo trasportano fuori dall'aula. La celebrazione può iniziare. Parla per tutti l'avvocato Dino Giacosa: «La Resistenza non l'hanno fatta solo i partigiani, anche gli antifascisti fucilati o confinati durante il Ventennio, i militari che non hanno aderito alla Repubblica Sociale, i deportati. La Resistenza è stata un atto di legittima difesa contro la guerra, l'odio e la violenza; dobbiamo iniettare fiducia in questa atmosfera di sfiducia». Mai a Cuneo un rappresentante dell'msi è stato ammesso a partecipare a manifestazioni pubbliche dedicate alla Resistenza. E anche il segretario nazionale Giorgio Almirante, quando venne in città alla fine degli Anni Settanta, fu «costretto» (lo decise il prefetto per ragioni di ordine pubblico) a parlare nella sede del partito e non, come avrebbe voluto, nella centralissima piazza Europa. Mario Bosonetto

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