«Così Barbie ci torturava»

La tv francese manda in onda il processo PARIGI «Per tacitare chi nega l'olocausto»: testimonianze agghiaccianti «Così Barbie ci torturava» La tv francese manda in onda il processo PARIGI. «Voglio dire qualche parola in francese. Non sono responsabile di questo. Io non ho mai avuto il potere di decidere le deportazioni. Ho combattuto la Resistenza con durezza. La guerra è finita». Dopo queste parole di Klaus Barbie, il «boia di Lione», la corte d'assise si ritira per deliberare. Fuori è notte, c'è una gran folla a Lione. La condanna, per l'ex capo della Gestapo di Lione, è l'ergastolo per «crimini contro l'umanità». Il terzo canale della tv francese ha mandato in onda mercoledì sera, nell'ambito del programma «marche du siècle» di Jean-Marie Cavada, un montaggio di 45 minuti del processo celebrato nel 1987, davanti al tribunale di Lione, a Klaus Barbie. La decisione di anticipare la diffusione delle immagini, che era stato deciso rimanessero riservate fino al 2037, è stata presa con l'appoggio dell'ex ministro socialista della Giustizia, Pierre Arpaillange, del sindaco di Lione e di numerose personalità preoccupate dal cosiddetto «negazionismo», l'atteggiamento di coloro che negano le atrocità avvenute nei campi di sterminio. Nel filmato si vedono entrare i giudici e la giuria. Poi viene introdotto l'imputato. Barbie, magro in un completo scuro, esordisce con poche, secche parole: «Sono Klaus Hausmann, boliviano, questo tribunale non ha il diritto di giudicarmi». Per molti giorni Barbie si rifiuterà di assistere al dibattimento, per comparire poi alla fine per il confronto con i testimoni. Lise Lesevre, una signora anziana, si fa avanti con il bastone. E' stata torturata, suo marito e suo figlio non sono ritornati. «Era mezzogiorno, sono stata presa di forza e appesa per le mani, non ce la facevo a respirare, mi hanno portata in bagno, mi hanno spogliata e lui, Barbie, era là. Hanno preso a torturarmi tirandomi su con una catena per i piedi, mi calavano con la testa nell'acqua, mi facevano domande che non capivo. Barbie è un selvaggio». Mario Blardonne, deportato. «Ho visto una giovane donna. Barbie le prese il neonato e lo lanciò come un pallone. Cadde sul tavolo, qualcuno cercò di recuperarlo. Poi spogliò la madre. Quando la vide nuda la fece rincorrere e mordere dal suo cane». L'ultimo testimone è il Nobel Elie Wiesel: «L'uomo che sono, l'ebreo che sono mi dice che sono sopravvissuto per testimoniare, per parlare al posto degli altri. Sono convinto che un giorno parleranno i morti e la terra tremerà. Ma non c'è giustizia per i morti, non si possono far tornare...». [Ansa]

Persone citate: Elie Wiesel, Klaus Barbie, Klaus Hausmann, Lise Lesevre, Mario Blardonne

Luoghi citati: Lione, Parigi