ferrari, voglia di sprint

f errori, voglia di sprint f errori, voglia di sprint Le strategie di Montezemolo per superare il momento no FRANCOFORTE DAL NOSTRO INVIATO I tempi sono duri, durissimi con chi produce vetture sportive di razza, ma la Ferrari non ha paura e si impegna con rinnovato fervore. Fioriscono iniziative a go-go per combattere la crisi. Luca Montezemolo è combattivo come sempre. «Noi vendiamo emozioni - dice -, e insieme un prodotto che è frutto di alta tecnologia e di artigianato. Certo, ora subiamo le conseguenze di una caduta generale dei mercati e di un momento psicologico sfavorevole. Ma voglio ricordare che la Ferrari ha fiducia nel futuro: ad esempio, investe più del 25% del suo fatturato in ricerca e sviluppo». E, ogni tanto, anche qualche buona notizia. La Ferrari, primo costruttore al mondo, avrà l'onore di essere protagonista di una mostra al Modem Art Museum di New York, che sarà inaugurata il 3 novembre e che durerà alcuni mesi. Le granturismo di Maranello, insomma, come oggetti d'arte. Un riconoscimento al vecchio maestro che non c'è più e a una fabbrica che ne continua con amore la tradizione. Quest'anno la Ferrari venderà, più o meno, 2400 auto, di cui l'80% sarà esportato. Il mercato italiano ne assorbirà circa trecento, un terzo rispetto allo scorso anno. «La gente, per tanti motivi, tende a rimandare gli acquisti» sospira il presidente. L'obiettivo '94? «Tremila auto. In ogni caso non puntiamo a volumi più consistenti, le Ferrari devono restare un sogno per pochi». Tengono le consegne in Paesi chiave come gli Usa e la Germania, dove andranno 1100 vetture. La strategia di Montezemolo tocca vari campi. «La bandiera Ferrari - spiega con orgoglio deve sventolare in tutti i Paesi, e non importa se i numeri possono essere contenuti». E, allora, avanti vero l'Est e l'Oriente, verso quei Paesi che un giorno diventeranno grandi anche dal punto di vista dell'auto: 8 Ferrari in Cina, 3 in Urss. Briciole, magari, ma si semina per il domani. E il 19 ottobre all'ambasciata d'Italia in Giappone verrà presentata la 458 GT: un prestigioso biglietto da visita dell'industria italiana in casa di temibili concorrenti. «Abbiamo il massimo rispetto per i prodotti della nostra moda - dice Montezemolo -, ma pensiamo che una Ferrari offra anche qualcosa di più e di diverso». Grande è l'attenzione verso la clientela. «Abbiamo aperto una sede Ferrari in Germania, un'altra verrà inaugurata a San Francisco e il primo gennaio partirà la nuova Ferrari Suisse Avremo così il controllo diretto di tre grandi mercati del Cavai lino». Ancora: sarà possibile per chi compra una Ferrari ritirarla direttamente in fabbrica (come un tempo facevano principi, re e attori) oppure far eseguire un controllo tecnico a Maranello. I corsi di pilotaggio hanno avuto uno straordinario successo (sono arrivati «ferraristi» da tutto il mondo) e lo Challenge corsaiolo con la 348 ha scatenato gli spiriti sportivi di molti clienti, tant'è vero che se ne farà uno nel prossimo anno anche in Germania. E poiché le novità sono il sale di un'industria, oltre a quelle presentate a Francoforte (la 348 potenziata, lo Spider e quello Racing), ecco nel '94 l'erede della F40, un'altra supercar che a Maranello chiamano «barchetta», ovvero un roadster che potrà essere spider e coupé insieme. «Adotterà spiega Montezemolo - un motore derivato direttamente da quello di Formula 1 e sarà la prima Ferrari in materiali compositi». Un segno di vitalità per Maranello. «Noi progettiamo, costruiamo, vendiamo auto» dice Montezemolo. Una fabbrica esclusiva che - momenti duri o no - resta la perla del made in Italy, legata alla Fiat ma indipendente, [m. fe.] La Seat sta per lanciare la Cordoba (sopra); a lato, la Opel Scamp, concept car dalla Corsa

Persone citate: Cordoba, Ferrari Suisse, Luca Montezemolo, Montezemolo