La sfida continua con l'uomo
La sfida continua con l'uomo La sfida continua con l'uomo DUNQUE una donna cinese, Wang Junxia, ha superato sui 10.000 metri il finlandese Paavo Nurmi, eroe pedone di tre Olimpiadi, nove medaglie d'oro, reputato ex aequo con il cecoslovacco Emil Zatopek il più importante mezzofondista «storico» del mondo. Nurmi si fermò, nella sua scalata ai record, a 30'06"2 (era il 1924). Questa ragazza cinese ha realizzato il sogno del finlandese, quello di abbattere il muro dei 30 minuti. E l'avrebbe staccato, in una corsa ideale, di circa 200 metri. Anche Zatopek, l'altro fenomeno, è ormai nel mirino: quello che fu il primo uomo capace di scendere sotto i 29' (28'54"2 nel 1954) non ha ormai molto margine, nel confronti della «donna». Pochi anni fa d'altronde già una maratoneta aveva fatto meglio di Zatopek, in un confronto a distanza meno preciso di questo, considerata la sovente determinante diversità della sede stradale. Come allora, sarà adesso inevitabile la profezia, da parte di molti, sulla don¬ na che nello sport sta raggiungendo e addirittura superando l'uomo. La vistosità del miglioramento di Wang Junxia rispetto a Nurmi sembra fatta apposta per incrementare la profezia. Ma anche in questa occasione ci tocca scrivere che la donna ha già da tempo superato l'uomo in certe discipline sportive, e che la donna non supererà mai l'uomo in certe altre. Su grandi distanze, per fatiche non mai laceranti ma sempre costanti, diremmo ritmiche, la donna - che dell'uomo è più leggera, che dell'uomo suda meno, che dell'uomo ha più ritmo e più redditizia eleganza di movimenti - vale l'uomo e spesso lo supera. E' di una nuotatrice - Penny Lee Dean, aveva 17 anni in quel 1978 - il primato assoluto della traversata della Manica, 7 óre e 40 minuti, un quarto d'ora spaccato meno del miglior tempo maschile. Una supermaratona di Boston, oltre 100 chilometri, fu vinta da una donna, ima massaia statunitense di origini asiatiche. Ma, a meno che smetta di es¬ sere donna, mai una femmina batterà un maschio nel lancio di qualche attrezzo, nella stessa corsa veloce e nel mezzofondo non a lunghissimo raggio, nei salti, nello sci, nel tennis... Si tratta di massa muscolare, di forza esplosiva, ottenibile dalla donna, e in maniera parziale, soltanto con assunzione di ormoni mascolinizzanti. E' tutto chiaro, ma fa comodo giocare al Grande Pronostico. E lo si farà più che mai adesso, con la sindrome cinese: una nazione emergente, selezioni su oltre mezzo miliardo di donne (ma anche sospetto di doping, perché non dirlo?). Bisogna infin tenere conto che soltanto dall'ultimo dopoguerra la donna fa sport seriamente. E comunque per avere un nuovo primato mondiale (a parte il salto triplo nato per le donne da pochissimo e dunque aperto a ogni scorreria) l'atletica femminile ha dovuto aspettare, dopo la caduta del muro di Berlino e la fine o la riduzione del doping dell'est, i Mondiali di un mese fa a Stoccarda. [g. p. o.]
Persone citate: Emil Zatopek, Nurmi, Paavo Nurmi, Wang Junxia, Zatopek
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