Mondonico: ancora primi è solo questione di cuore

Mondonico: ancora primi è solo questione di cuore QUI GRANATA «L'importante è essere sodi, poi magari belli» Mondonico: ancora primi è solo questione di cuore NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO Ecco Mondonico. Giacca sul braccio, cravatta slacciata, madido di sudore, il passo strascicato, s'avvicina lentamente. E' sfatto, quasi avesse giocato, e parimenti provato è l'addetto stampa Chiuminatto, che l'accompagna. «Più di così non avremmo potuto fare - esordisce la voce dell'Emiliano, arrochita dal grande urlare durante la partita -. Ancora una volta il Toro ha dato una dimostrazione di cuore, volontà». Ed è sempre primo, insieme ai miliardari Milan e Inter. Anche se siamo solo alla terza di campionato, una bella soddisfazione. O no? «Orca se è bello. Questo primo posto è figlio della capacità di soffrire dei ragazzi. Ripeto, è questione di cuore». Piove la domanda. «Giusta l'espulsione di Sordo?», il Mondo butta lì un abbozzo di polemica: «Dipende dai regolamenti, dalla loro interpretazione. Domenica, i nostri due gol all'Atalanta sono, ad esempio, stati bollati come irregolari in virtù di due fuorigioco la cui valutazione, così come è stata fatta, fa a pugni con quella della Fifa». Mentre l'allenatore parla, passa Annoni, che ha dato forfait al 22'. Dopo le assenze di Fusi e Gregucci, anche questa, avanti di questo passo la difesa granata non esiste più. «Enrico spiega il mister - aveva un problemino alla coscia, ancora in mattinata ha provato. Il medico ha dato l'ok definiivo solo dopo il riscaldamento prepartita, ma al primo allungo lo stopper ha sentito male». Difficile recuperi per domenica con l'Udinese. Mondonico trova finalmente il sorriso, segno che la tensione comincia a decantare: «Questo Napoli non è certo da bassa classifica». A proposito, sentito il Piacenza? Ha bloccato il Milan dopo aver fatto penare la Samp. Allora, il 3-0 dei Toro, alla prima domenica, forse non è stato ottenuto contro una banda di postelegrafonici». Il tecnico del Toro annuisce, conclude: «La mia squadra è davvero soda. L'importante è essere prima sodi e poi, magari, belli». Daniele Fortunato, ovvero quando la bravura si sposa alla calma elegante e all'esperienza. Lo copriamo di lodi, picchietta sul nostro taccuino: «Ma, com'è che sono lento?» Scherza ancora sul suo passo non proprio d'Achille, agli elogi ribatte con un'autocritica: «In 11 non eravamo già molto brillanti, rimasti in 10 non aspettavamo altro che la fine dell'incontro». Modesto, non se la sente di aggiungere quanto tutti pensano: come libero ha salvato almeno quattro volte Galli. Il quale Galli ha salvato con grandi parate se stesso e il Toro e ora sorride ai complimenti dei cronisti napoletani. Sorrisi, ma tirati per la sofferenza, anche sul volto di Goveani. Già nell'intervallo, il Notaio diceva: «Accidenti, se è dura». Non un parola («Come si fa a smentire ciò che non si è mai dichiarato?» continuavano a ripetere i suoi fidi) sulla «sparata» di due giornalisti campani sull'incredibile intenzione goveanesca di comprare il Napoli, [c. giaci

Luoghi citati: Napoli