l'Aem in Borsa entro il '94 di Ugo Bertone

l/Aem in Borsa entro il '94 l/Aem in Borsa entro il '94 Ma Formentini manterrà il controllo MELANO. Marco Vitale, assessore al bilancio della giunta leghista, ha già fissato le tappe. Entro il '94 l'Aem, l'azienda elettrica municipale milanese, sarà trasformata in società per azioni; nei primi mesi del '95 il capitale della spa si aprirà ai mercati finanziari. Alla fine dell'operazione il Comune di Milano resterà azionista di maggioranza assoluta (in una prima fase), azionista di riferimento sempre. L'operazione, secondo le previsioni, dovrebbe valere almeno 700 miliardi già nel '95. «Nelle prossime settimane - conferma Vitale - si procederà speditamente alla delibera di giunta, alla discussione in consiglio e agli incontri con le parti interessate». Questa, in sintesi, la strategia della prima, grande privatizzazio ne dell'era Formentini, già studiata e prevista, del resto, dal comitato di saggi (Franco Debenedetti, Vittorio Coda e Giovanni Tamburi) in sediato da Piero Borghini prima delle elezioni. Non a caso, infatti, lo stesso Vitale presiedeva quel l'«advisory board» che raccoman dava «la valorizzazione dell'impre sa tramite la cessione parziale del capitale al mercato mobiliare na zionale ed internazionale». E' importante che Marco Vitale abbia potuto lavorare al progetto anche sotto le insegne del Carrocciio. Anzi, come ha sottolineato lo stesso assessore, probabilmente il più noto consulente aziendale italiano, in questi mesi il progetto ha compiuto grossi passi in avanti. C'era, innanzitutto, da risolvere il nodo delle tariffe, delle concessioni e tutte le altre questioni che rischiavano di frenare lo sviluppo di una spa. Ormai, dopo vari incontri con l'Enel, la direzione del mini stero dell'Industria, lo stesso Savo na, un'intesa soddisfacente per tutti sembra cosa fatta. C'è da risolvere il nodo politico perché, a parole, tutti sono d'accordo con le privatizzazioni ma, nei fatti, l'ostilità non manca. Qui Vitale sembra poter contare sull'appoggio di giunta, consiglio e azienda. Entro fine settembre, in occasione del dibattito in consiglio, la giunta Formentini potrebbe incassare il primo vero successo della politica della nuova amministrazione comunale e dare il via a quel progetto per una Milano più privata di cui la Lega si è fatta paladina in campagna elettorale. Perché privatizzare l'Aem, azienda sana e profittevole anche se quest'anno l'utile dovrebbe scendere di circa 6 miliardi? Innanzitutto, per garantire all'azienda il sostegno del mercato dei risparmi per i futuri investimenti, pari a circa duemila miliardi entro il '97, affrancando l'azionista Comune da un onere eccessivo. Ma c'è una seconda ragione, non meno rilevante: permettere decisioni più rapide e più flessibili ai vertici Aem, oggi spesso ingabbiati in meccanismi farraginosi e insensati. Un problema che, ovviamente, va assai al di là del caso Aem. Ugo Bertone Marco Vitale

Luoghi citati: Comune Di Milano, Milano