De Niro un ciclone sul Lido

18 L'attore-regista oggi presenta il suo «Bronx», sabato riceverà il Leone d'oro alla carriera De Miro, un ciclone sul Lido E' arrivato con il jet di Berlusconi VENEZIA. Madonna non viene, ma, passato il ciclone Spielberg (un'ora dopo la proiezione veneziana di «Jurassic Park», ancora in smoking è partito per Los Angeles), oggi si abbatte sul Lido un altro ciclone: Robert De Niro. Con il jet di Berlusconi il neo regista di «Bronx», film che stasera viene presentato in anteprima mondiale, è arrivato ieri a Torcello con una fidanzata misteriosa e il suo assistenteombra ed è stato raggiunto qualche ora più tardi da una decina di amici americani. Due sole condizioni stravaganti sono state avanzate da Robert De Niro agli assistenti italiani: prima, il suo nome non doveva risultare tra gli ospiti di nessun albergo veneziano - la prenotazione è stata fatta in codice -; seconda, che gli fossero reperite 12 scatole di sigari che non si trovano in Italia e che sono state fatte arrivare da Londra. Oggi comunque De Niro sarà al Lido dove fuori concorso viene proposto «Bronx» (in Italia uscirà a novembre), ma subito dopo la proiezione tornerà nel suo regale rifugio di Torcello in attesa di ricevere sabato sera il Leone d'Oro alla carriera assieme a Claudia Cardinale e a Roman Polanski. Qui il tempo è instabile e ciò rende incerta la sede della telecerimonia conclusiva della Mostra '93 in programma a Palazzo Ducale. Il regista Ugo Grego- retti avrebbe voluto che fin da ieri si decidesse il trasferimento della premiazione nella meno suggestiva Sala Grande del Palazzo del Cinema per non correre il rischio della pioggia. Ma nell'incontro di ieri pomeriggio tra il regista e il direttore della Mostra Gillo Pontecorvo si è deciso di predisporre un doppio allestimento scenografico a Palazzo Ducale e al Palazzo del Cinema. Pontecorvo non vuole rinunciare al fascino di Palazzo Ducale, che offre alle telecamere la possibilità di sconfinare in piazza San Marco; Gregoretti è preoccupato dell'esito dello spettacolo di Raiuno che sarà trasmesso sabato sera in Eurovisione. Una cosa è certa: non ci sarà Madonna che, in ritardo con le prove della sua tournée musicale europea, ha rinunciato alla trasferta veneziana. Oggi al Lido si scontrano, tra l'altro, due realtà cinematografiche: la grande star americana alla quale tutto e subito viene concesso e il regista multipremiato costretto ad attendere quasi dieci anni per fare un film: è il caso del colombiano Sergio Cabrerà, ex guardia rossa a Pechino e guerrigliero in Colombia, del quale è in programma una proiezione speciale dell'ultima opera, «La estrategia del caracol». «Nel mio Paese - dice - quando va bene si produce un film ogni tre anni. Il titolo di questo mio vuol essere un omaggio a Bernardo Bertolucci che incontrai qualche anno fa al Festival di Cartagena. Quando gli raccontai il soggetto mi disse: perché non lo intitoli "La strategia della lumaca" e così ho fatto. Nel film si racconta la storia drammatica di un gruppo di famiglie sfrattate dalla propria casa che per vendicarsi distruggono, pezzo dopo pezzo, l'interno dell'edificio lasciando in piedi soltanto la facciata, per cui quando il proprietario cerca di riappropriarsi dell'edificio, scopre di avere tra le mani niente». Il prossimo «sogno» che Sergio Cabrerà conta di girare è un film sulla sua esperienza vissuta in Cina durante la rivoluzione culturale di Mao e di combattente della guerriglia colombiana. «Non è un film autobiografico - precisa - ma il racconto dell'utilità della rivoluzione di Mao, anche se è costata molto sangue e questa utilità si vede oggi, anche se i cinesi non riconoscono questo cambiamento. I giovani, d'altra parte, hanno imparato a pensare, cosa che prima avevano paura di fare, così come è stata formativa l'esperienza fatta tra i guerriglieri. Ho 43 anni e ritengo la mia l'ultima generazione dei romantici». Nella sua esperienza di guerrigliero non gli è mai capitato di dover uccidere qualcuno? «Nelle azioni militari - afferma - si uccide, ma nello stesso tempo si pensa di doverlo fare per costruire qualcosa di nuovo, e per un ideale. Nei miei film, però, la violenza non costruisce niente». Ieri sera i giovani autori del movimento Maddalena '93 hanno ospitato l'ex magistrato Carlo Palermo, che ha presentato al Lido il suo libro «L'attentato». Un incontro nel quale la solitudine di un magistrato che vuole fare bene il suo mestiere è stata forse paragonata con eccessiva superficialità a quella dei giovani autori che vogliono fare il cinema a rischio e non per i soldi. Ernesto Baldo De Niro: per lui 12 scatole di sigari

Luoghi citati: Cartagena, Cina, Colombia, Italia, Londra, Los Angeles, Pechino, Venezia