fulmine sul governo Rabin

Faccusato di corruzione, il premier rischia la crisi. Shamir: siamo sull'orlo della guerra civile Faccusato di corruzione, il premier rischia la crisi. Shamir: siamo sull'orlo della guerra civile m M m ■ «»t ■ Afulmine sul governo Robin Dimissioni forzate di un ministro TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il governo israeliano è sull'orlo di una crisi a pochi giorni dalla firma a Washington di uno storico accordo con i palestinesi dell'Olp. A far precipitare la situazione sono state non solo le irruenti manifestazioni della destra - che da martedì sera stringe d'assedio l'ufficio del premier - ma anche l'ingiunzione data ieri al premier Rabin dalla Corte Suprema di licenziare dal governo 2 esponenti del partito ultraortodosso Shas (il ministro degli Interni Arieh Deri e il viceministro dei Culti Rafael Pinchasi) su cui gravano accuse di frode, corruzione e falso in bilancio. In una giornata vorticosa mentre la zona adiacente alla sede del governo era teatro di ripetuti scontri tra dimostranti e reparti di polizia - Rabin ha ricevuto da Deri una lettera di dimissioni (che entrerà in vigore solo martedì) e ha discusso le condizioni necessarie per continuare a poter far affidamento sull'appoggio parlamentare dei sei deputati dello Shas. Senza di essi, il premier potrebbe disporre alla Knesset del sostegno di 56 deputati su 120, nonché dell'appoggio esterno di altri cinque deputati di estrema sinistra: troppo poco per far accettare all'opinione pubblica accordi di portata storica. Deri, a quanto pare, non ha fatto promesse. Ha detto che la linea del partito sarà stabilita nei prossimi giorni dal suo leader spiri¬ tuale, rabbino Ovadia Yossef, e ha lasciato intendere che sul processo di pace lo Shas potrebbe dare un limitato appoggio esterno al governo: sì all'autonomia, no al riconoscimento dell'Olp. La soluzione migliore - ha detto un deputato dello Shas - sarebbe quella di indire elezioni anticipate, oppure un referendum sul processo di pace. E' proprio questo il cavallo di battaglia della grande coalizione delle destre che mercoledì notte ha portato a Gerusalemme deciI ne di migliaia di sostenitori: 50 mila, secondo le stime della pohzia, 250 mila secondo gli organizzatori. Canale 7, la radio-pirata dei coloni, ha definito questa manifestazione «il più grande assembramento di ebrei dopo quello del Monte Sinai, in cui ricevemmo le Tavole della Legge». Nella nottata fra martedì e mercoledì, la dimostrazione di protesta è degenerata in gravi scontri tra centinaia di poliziotti e migliaia di manifestanti che minacciavano di penetrare nel recinto antistante l'ufficio del primo ministro. Per disperdere la folla, la polizia ha fatto uso di potenti idranti e si è aperta un varco a manganellate. I dimostranti - molti dei quali coloni - hanno risposto dando fuoco a una jeep della Guardia di frontiera. Qua¬ ranta persone sono rimaste contuse, trenta dimostranti sono stati fermati. In un'intervista a Canale 7, l'ex premier Yitzhak Shamir ha parlato di «un vero e proprio terremoto» che sta scuotendo il popolo ebraico, in seguito agli accordi con l'Olp. A giornalisti stranieri ha anche detto di temere che Israele si trovi «sull'orlo di una guerra civile». E uno dei leader dei coloni, Uri Ariel, ha affermato che le manifestazioni - che dure¬ ranno anche oggi, durante il dibattito parlamentare sul processo di pace - sono l'inizio di un grande movimento di insubordinazione popolare. «Questo governo per noi non gode più di legittimità», ha detto ieri uno degli organizzatori delle manifestazioni di protesta. «Oggi la polizia può mandarci in prigione, ma un giorno saremo noi a fare il processo a Rabin e a Peres». Aldo Baquis In pericolo gli accordi con i palestinesi Le destre chiedono elezioni anticipate o un referendum e promettono una nuova megamanifestazione oggi a Gerusalemme li primo ministro israeliano Yitzhak Rabin rischia una crisi di governo Il ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres è stato uno dei principali artefici dell'accordo di pace Qui accanto la polizia blocca un colono che cercava di entrare nell'ufficio di Rabin nel corso della manifestazione dell'altro ieri a Gerusalemme A sinistra e sotto alcuni momenti della protesta delle destre nella capitale [FOTO REUTER)

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Tel Aviv, Washington