Pds: Ci sto a queste condizioni di Beppe Minello

Incontro tra Brizio e capogruppo Quercia sul governo regionale Incontro tra Brizio e capogruppo Quercia sul governo regionale Pds: Ci sto q queste condizioni «Giunta senza msi e Lega» Una giunta modello Lombardia oppure istituzionale ma con l'esclusione di msi e Lega e le dimissioni da Palazzo Lascaris degli inquisiti rei confessi: queste le condizioni poste dal pds per entrare nel governo piemontese. Non per fare tutto, ma unicamente per gestire la fase di transizione tra il «vecchio» travolto da Tangentopoli e il «nuovo» che potrà nascere compiutamente solo ricorrendo alle urne: alla scadenza della legislatura, nella primavera del '95, o quando il Parlamento varerà la riforma elettorale anche per le Regioni. Luciano Marengo, capogruppo della Quercia, ha impiegato tre quarti d'ora, dalle 12,30 alle 13,15 di lunedì, per illustrare al de Gian Paolo Brizio, presidente della giunta di pentapartito, le «condizioni» per scongiurare il pericolo della paralisi amministrativa dell'ente. Condizioni che, nella loro durezza, contengono un piccolo segnale di buona volontà del pds. Fino a lunedì i 14 consiglieri della Quercia avevano sdegnosamente respinto ogni soluzione che non fosse la resa del pentapartito, cioè le sue dimissioni. Forse per questo Brizio ha ascoltato fino in fondo le parole dell'ex segretario della Camera del Lavoro, ha approfondito le sue richieste e tastato la sua disponibilità, scartando a priori la prima soluzione. In Lombardia il pentapartito appoggia dall'esterno una giunta di sinistra. «In Piemonte - ha proposto Marengo - si potrebbe fare la stessa cosa: una giunta di sinistra e ambientalista, vale a dire pds, Verdi e Rifondazione, e il pentapartito che dà l'appoggio esterno». «Non siamo così a pezzi, in Piemonte non è come in Lombardia», ha tagliato corto Brizio. La discussione si è così concentrata sull'ipotesi di governo istituzionale. «E' inutile pensare ad un allargamento di .questa maggioranza - ha tagliato corto Marengo -, occorre una nuova iniziativa politica e concentrata su un programma ridotto a tre punti: l'impegno comune a batterci per una nuova legge elettorale e per nuovi poteri alle Regioni, a partire dall'autonomia impositiva; terzo, concentrare tutti gli sforzi dell'ente sull'emergenza economica e sociale, occupazione e sanità in testa». Di contorno il veto al coinvolgimento di msi e Lega e la richiesta che gli inquisiti rei confessi (l'ex assessore Maccari e il consigliere Croso, entrambi psi) si dimettano da Palazzo Lascaris. Brizio ha provato ad abbozzare. «Va bene il programma, ma non ti sembra di esagerare? Fino a prova contraria e sia pure per un solo voto abbiamo ancora la maggioranza. Sul bilancio a luglio abbiamo dato prova di grande compattezza». «Solo in aula! E un voto è poca cosa», ha ribattuto Marengo. Brizio ha taciuto consapevole che due commissioni consiliari su quattro sono incontrollabili: quella alla Pianificazione, presieduta dalla pds Mercedes Bresso e quella al Lavoro, affidata a Giancarlo Tap- paro, uscito dal psi e entrato nel gruppo misto come «indipendente». E cosa farà ilrepubblicano Ferrara, entrato pure lui nel gruppo misto come esponente di «Alleanza per il Pemonte»? La presa di distanza dalla giunta di Tapparo e Ferrara e l'assenza obbligata di Maccari e Croso hanno fatto scendere a 29 i voti «sicuri» del pentapartito. Non è un caso che tutte le leggi bloccate dal commissario di governo vadano ad ingolfare l'ordine del giorno del consiglio e non vengano mai discusse. La spie- gazione sta nel fatto che per contestare il «no» governativo e riproporre la legge occorrono i 31 voti che la maggioranza non ha più. L'ostacolo lo si può superare riformulando la legge, ma bisogna ripetere l'iter e quindi passare sotto le forche caudine delle Commissioni. «Luciano ci risentiamo - è stato il commiato di Brizio -, sia chiaro che io non posso suicidare il mio partito e l'ipotesi di governo istituzionale non può prescindere da un presidente de». «Vedremo», è stata la risposta. Beppe Minello Il presidente del pentapartito respinge una soluzione tipo Lombardia con l'appoggio esterno de alle sinistre Gian Paolo Brizio presidente della Regione Piemonte e Luciano Marengo capogruppo pds

Luoghi citati: Ferrara, Lombardia, Piemonte