Campana soddisfatto Sciopero scongiurato

Il Bologna paga 1300 milioni ai licenziati Il Bologna paga 1300 milioni ai licenziati Campana soddisfallo Sciopero scongiuralo ROMA. Risolto il caso Bologna, l'Associazione calciatori ripone le armi: nessun problema per le partite di questa sera. La pace del campionato è costata circa un miliardo e trecento milioni, al Bologna. Boccone amaro che il presidente Gazzoni è stato costretto ad ingoiare: lui ai tre «licenziati» dal giudice non avrebbe voluto dare una lira. L'ha fatto, dice, solo per fare un piacere a Matarrese. E contro l'opinione della sua città. Ma Campana ribadisce che di soldi non ha voluto neanche sentir parlare, lui ha voluto salvare il principio, l'autonomia del calcio dalla giustizia ordinaria. Il braccio di ferro tra giocatori e Bologna, con Matarrese e Campana in panchina pronti ad intervenire, comincia male. Alle tredici, dopo un paio d'ore di colloqui tempestosi, procuratori e calciatori se ne vanno a pranzo, faccia dura e sguardi preoccupati. Le parti sono ancora distanti. Secondo tempo, con in campo Matarrese e Campana. Altre due ore, poi i giocatori escono con i volti distesi. Transazione fatta. Incocciati e il suo procuratore Damiani non danno cifre, preferiscono ribadire l'importanza del principio: i contratti vanno rispettati. Però si sussurra che a Baroni sarebbero andati 600 milioni, 400 a Incocciati, 300 a Gerolin. E sistemata la questione finanziaria i tre rilanciano le loro ambizioni. Gerolin spera in un altro ingaggio, Incocciati fa sapere che l'Ascoli gli fa l'occhiolino. E forse anche la Reggiana. Tutti e tre sono svincolati e con il cartellino a costo zero potrebbero attirare qualche società. Forse sperano anche nell'aiuto della Federazione. Campana, vinta la partita, offre un ironico calumet della pa ce a Matarrese: «Ci sono stati molti problemi da risolvere e molti ce ne saranno in futuro Ho invitato il presidente della Federcalcio a una collaborazio ne meno precaria. A sentirci preventivamente. Lui ha detto di sì, ma i precedenti sono poco confortanti. I proponimenti del presidente sono sempre stati ottimi dopo aver trovato l'accordo». Il sindacato dei calciatori esce (e si sente) rafforzato dalla vicenda, aveva alle spalle il sì unanime degli associati, era pronto allo scontro. «A chi ci critica chiedo: che cosa avrebbe dovuto fare l'Aie davanti all'inerzia della Federazione? Le partite si sono gio cate trenta minuti dopo - dice Campana -, però i giocatori del Livorno hanno avuto i soldi che aspettavano da tre anni. Il caso Bologna andava avanti da due mesi. In una settimana abbia mo messo tutto a posto. Grazie a Matarrese, certo, ma perché non si è mosso prima? Noi abbiamo difeso l'autonomia del calcio dagli "attentati" della giustizia ordinaria. A chi parla di sciopero di miliardari voglio ricordare che la protesta è stata fatta in favore dei meno fortunati. Ma voglio sottolineare che lo stesso giudice fallimentare aveva avvertito i compratori del Bologna: badate che poi la Figc vi chiederà altre cose per il diritto sportivo». Su quest'ultima frase Gazzoni non dovrebbe essere d'accordo. Lui ha sempre detto che per la società rossoblu otto miliardi gli avevano chiesto, e che lì si sarebbe chiusa la spesa. Pace per ora nel calcio. O meglio tregua. Campana tornerà presto alla carica per un maggior peso dell'Aie nel consiglio federale. Per il fondo di garanzia, per i mille problemi della serie C. Prepariamoci ad un Natale burrascoso. Intanto Campana risponde con un mezzo sì a Famiglia Cristiana: il settimanale lo invita a creare una fondazione benefica con prelievo automatico sui contratti, per far sì che il calcio italiano, primo al mondo, possa intitolare a se stesso qualcosa di grande, di bello, di giusto. Campana non rinuncia alla battuta sugli stipendi non pagati, ma alla fine dice sì, che la cosa si può studiare, ma che i calciatori sono già spesso intervenuti con sot toscrizioni importanti. Piero Serantoni

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