Così Kim disse di no di Simonetta Robiony

Così Kim disse di no Così Kim disse di no Basinger rifiutò di farsi tagliare Soldini e i suoi attori zingari VENEZIA.Casualità di festival: appaiati dal calendario sfilano un regista italiano giovane, Silvio Soldini, e una regista americana giovane, Jennifer Lynch. Tutti e due raccontano una storia d'amore: «Un'anima divisa in due» quella tra un italiano trentenne e una giovanissima zingara di un campo nomadi, «Boxing Helena» quella tra un medico folle d'amore e una signorina tagliata a pezzi. Il primo film è in concorso, un onore, tra gli italiani intorno ai quarant'anni, toccato quest'anno solo a Soldini; il secondo è state piazzato nelle Notti veneziane per il gran parlare pettegolo e scandaloso che se n'è fatto. Parentele tra i due film: nessuna. Parentele tra i due autori: ugualmente nessuna. Silvio Soldini non è cambiato dopo il successo di critica di «L'aria serena dell'Ovest» che l'ha apparentato perfino ad Antonioni. Laconico era e laconico è rimasto. Milanese di nascita e di vita, ma in nessun senso propugnatore di un cinema alla milanese se non perché Milano è lontanai da Roma, per affrontare il tema dell'integrazione, o forse solo per parlare d'amore, ha voluto una ragazza rom, è così che gli zingari si chiamano tra loro, e un uomo gagi, è così che chiamano quelli che non sono zingari. Nei fatti il massimo dell'impossibilità perché gli zingari, a differenza degli altri immigrati, sono popoli nomadi che rifiutano di farsi assimilare, ed è dura per un italiano accettare di condividerne vita e valori. Tanto è complicato stabilire con loro rapporti di fiducia che Soldini, una volta scelto l'attore Fabrizio Bentivoglia per il ruolo di Pietro, la ragazza cui affidare la parte di Pabe se l'è andata a prendere addirittura in Ungheria, Paese ex comunista dove s'è praticata la forzata integrazione dei gitani. Maria Bakò, infatti, è figlia di padre rom e madre ungherese ma degli usi e della lingua del popolo zingaro sa poco o niente. Piccola e bruna come potrebbe esserlo una nostra calabrese, è stata voluta da Soldini soprattutto per il suo sguardo accesso e selvaggio. Al Lido è arrivata in maniera fortunosa. Fermata alla frontiera per controlli che si son fatti più severi dopo che la cronaca nera ci ha informato di tante ragazze dell'Est finite nel giro della prostituzione, è stata rispedita a Budapest perché aveva dimentica- to l'invito della Mostra. Per lei doppio viaggio aereo Budapest-Milano, quindi. Sembrerebbe logico che dopo un film tanto lodato trovare chi gliene producesse un altro per Soldini non sia stato tanto arduo. Lui nega. «A parole sembra facilissimo. Poi però i produttori continuano a guardare gli incassi e finanziano soprattutto chi è andato bene al botteghino. La Rai, per esempio, non mi ha dato una lira mentre la tv svizzera ha partecipato». Sarà certamente come dice ma la Rai non ha più una lira e poi «Un'anima divisa in due» è costato tre miliardi mentre «L'aria serena dell'Ovest» di miliardi ne costava uno solo. Non solo storie diverse, ma anche soldi diversi nel caso di questo «Boxing Helena», opera prima della preziosa figlia primogenita del regista americano di culto David Lynch. Kim Basinger, colpevole di aver prima accettato e poi rifiutato il ruolo della bellissima donna alla quale l'innamorato taglia gambe e bracciajjer poterla possedére mèglio, è stata condannata a pagare alla casa-di produzione quattordici miliardi di danni. E la punizione non è ancora sufficiente visto che il film è pubblicizzato in Italia con un «La pellicola che ha fatto piangere Kim Basinger», grosso così, sopra i nomi degli autori. Un'idea, questa, che nient'affatto disturba la vivacissima Jennifer Lynch, pronta a tutto pur di eguagliare suo padre. «La trovo divertente - dichiara sorridendo - anche perché non sarà l'unica. Seguirà: "Quando l'amore diventa ossessione", e ancora "Il film più choccante dell'anno" in ima sorta di crescendo ironico». Grosse scarpe maschili alla moda grange sotto gonna e maglietta nero fumo, la ragazza Lynch ammette di confezionare storie orrorose come questa o come il libro «Il Diario segreto di Laura Palmer» scritto in omaggio a «Twin Peaks» magari per l'abitudine che c'era a casa sua di raccontare ogni mattina i propri sogni ad alta voce. Con tentativi di interpretazione freudiana? «No, solo per gioco». E confessa di patire anche lei la smania del possesso tanto da aver intrapreso una terapia di gruppo con altre donne malate di troppo amore. Risultati? «Ho appena cominciato». Simonetta Robiony

Luoghi citati: Budapest, Italia, Milano, Roma, Ungheria, Venezia