Idioti-spaccasassi in Sardegna e «mangianebbia» delusi in Liguria di Paolo Murialdi

La famiglia tra fisco e Costituzione AL GIORNALE Idioti-spaccasassi in Sardegna e «mangianebbia» delusi in Liguria Per Talleyrand meglio i criminali A leggere l'intervista fatta da Dario Cresto-Dina al distruttore della roccia-tartaruga in Sardegna, riportata da La Stampa di venerdì 3 settembre, c'è da rimanere senza fiato. Ciò che più incredibilmente colpisce nel contesto del dialogo è l'ottusa incapacità del rocciomane di capire come quella che lui definisce un'amena sciocchezza vacanziera possa avere creato tanto clamore, nel contempo, la proterva pertinacia con qui continua a ritenersi un perseguitato, criminalizzato, insomma un vero e proprio capro espiatorio nazionale sul quale molti italiani riversano il loro livore, già ben alimentato da altri problemi di cui, dice sempre il nostro, farebbero invece bene ad occuparsi. Fortunatamente per lui, la sua famiglia è stata molto più comprensiva e lo ha assolto mettendola sul ridere. La cosa non stupisce, vista la scuola paterna. Su un punto solo concordo con questo inverecondo spaccasassi: è ingiusto «criminalizzarlo» per quanto ha fatto. Il termine «criminale» non va inflazionato, usiamolo per chi compie altri ben più disumani e atroci gesti che non quello, pur sommamente cretino, da lui operato. Per individui come lui ci sono tante altre categorie dell'umana esecrazione dove confinarlo. Il Principe di Talleyrand soleva dire che tra i criminali e gli idioti preferiva i primi, perché ogni tanto si riposano, mentre i secondi mai. Il decapitatole di rocce sicuramente fa parte di quest'ultima categoria di instancabili. B. G., Vercelli Il turpiloquio fa male all'anima Uno dei segni più squallidi della degradazione della nostra società è l'uso insolente e volgare del turpiloquio a tutti i livelli. dai cosiddetti uomini di cultura a quelli politici. A questi ultimi, che sono stipendiati con denaro proveniente dalle tasse sborsate dai cittadini che li eleggono, voglio ricordare un passo dal Fedone, dialogo platonico: tu devi pur sapere, mio ottimo Critone, che parlare scorrettamente non è solo cosa brutta per sé medesima, ma anche fa male all'anima. dott. prof. Manlio Guberti Castelnuovo di Porto Dalle armi alla Finanza ma tramite concorso A proposito di esercito di volontari di cui all'articolo apparso su La Stampa del 31 agosto ci si permetta di fare alcune osservazioni. Nel nuovo modello Difesa giustamente si sta privilegiando la figura del soldato di professione e si sta eliminando la presenza dei soldati di leva; il ministro Fabbri ha toccato il nodo che finora ha impedito l'arruolamento dei volontari nelle forze armate e cioè che questi giovani dopo il periodo di ferma si ritrovano fuori delle forze armate e con ben poche speranze di trovare una occupazione nella vita civile. A questo punto sembra che gli Stati Maggiori delle forze annate per eliminare il male cronico non abbiano trovato di meglio che suggerire come soluzione, al termine della ferma, il passaggio dei volontari dalle forze armate alle forze di polizia e se non si fossero fatti i tre anni questo sbocco sarebbe precluso ai giovani che vi aspirano. Inoltre emerge dall'articolo che il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito detta anche le condizioni: «Non sarebbe accettabile che qualsiasi Corpo, al termine dei tre anni, sottoponesse l'aspirante a una nuova selezione»; e inoltre: «Così lo Stato arruolerebbe giovani più maturi, più motivati, militarmente addestrati e formati». Con questa proposta i mali delle forze ar- mate sarebbero eliminati, ma s'inizierebbero quelli delle forze di polizia. Nessuno vuol chiudere la strada ai volontari nelle forze di polizia, ma questi come tutti gli altri giovani di questa Repubblica, devono partecipare a un pubblico concorso; l'aver prestato servizio nelle forze armate può costituire solo un punteggio di merito. Per quanto riguarda la Guardia di Finanza non è vero che con questo passaggio si avrebbero giovani più formati; da tempo si chiede una figura più professionale nel Corpo e sarebbe veramente inaccettabile ed anche oneroso per lo Stato che, per esempio, un giovane ragioniere faccia prima tre anni nelle forze armate (così ha il tempo di dimenticare quanto accumulato in ambito scolastico), diventi dunque soldato, poi passi nella Guardia di Finanza che con un altro corso lo ritrasforma da soldato a ragioniere. L'unica affinità tra i soldati e i poliziotti è l'aver le uniformi, i compiti sono completamente diversi. Non c'è nessuna malafede a paragonare un giovane civile diplomato con il volontario che ha avuto il collaudo, come afferma il gen. Canino, morale e materiale sul campo (quale campo?). Per terminare non abbiamo mai visto una commissione di concorsi esaminatrice di medici formata da avvocati. Chi vuole intendere intenda. Chi è in malafede? Salvatore Trinx Antonio Pulina Domenico Belcastro Francesco Solinas Emanuele Fisicaro Delegati Cocer della G. di F. L'ex «perla» del Tigullio C'era una volta la Liguria. Quest'anno sono tornata in villeggiatura nel Golfo del Tigullio, ex «perla» di questa nostra Italia che sta andando in declino per mancanza di idee, per menefreghismo, e per maleducazione. Con l'apertura del casello autostradale, Rapallo è diventata una tangenziale per Portofino, con le conseguenze che ne derivano. Inquinamento come nelle città, motorini che fanno a gara a chi fa più rumore, martelli pneumatici in azione per rifare i marciapiedi in pieno luglio per la gioia di chi cerca un minimo di riposo. Parliamo del bel mare riempito fino all'orizzonte di natanti di ogni tipo e stazza, che scaricano i loro veleni e i rifiuti dei «Signori delle barche» sulle povere spiaggette, che d'inverno sono regno di drogati e cani con i loro bisognini, e d'estate sono recintate a pagamento. Questi stabilimenti balneari si dividono in due categorie a scelta: o le suddette spiaggette, che con il biglietto d'ingresso hai diritto ali indirizzo del dermatologo, oppure puoi prendere la macchina e,con la modica cifra di lire 3000 all'ora di parcheggio, riuscire ad entrare nell'O¬ limpo Tigulliese. Fosse solo questo a peso d'oro, ma c'è ben altro! Inavvicinabili i caffè della passeggiata a mare, i ristoranti e la spesa quotidiana. Generi di prima necessità, stessa marca, stesso peso, maggiorati anche nei supermercati, nei confronti con la città. Insomma ci vendono il sole, a noi poveri mangianebbia, come sarcasticamente ci chiamano i liguri. Vorrei ricordare al popolo ligure, che il sole non è di proprietà privata, o forse la Liguria non fa più parte dell'Italia? Dobbiamo pagare in dollari o in marchi tutto ciò che ci necessita per un breve periodo di vacanza? Non se ne può più della vostra arroganza! Io da parte mia, visto «ù mare quanto è bello», appena arrivata a Rapallo ho rifatto la valigia e sono andata con tutta la famiglia a cercare in altri lidi il mio meritato riposo di testa... e di portafoglio. C'era una volta la Liguria e soprattutto il Golfo del Tigullio! «Ma se ghe pensu»... Che malinconia! Lettera firmata Torino «Domande a voce e risposte stampate» Ringrazio per l'attenzione che mi è stata dedicata sul numero del 7 settembre. Ma devo precisare che a Lorenzo Del Boca non ho dato nessuna intervista. Ciò che Del Boca presenta come mie risposte a domande che non mi ha rivolto sono in sostanza affermazioni e argomentazioni del mio intervento al dibattito organizzato dalla Festa dell'Unità a Bologna. Paolo Murialdi consigliere d'amministrazione della Rai

Persone citate: Antonio Pulina, Dario Cresto, Del Boca, Domenico Belcastro, Emanuele Fisicaro, Fabbri, Francesco Solinas Emanuele, Lorenzo Del Boca, Manlio Guberti, Salvatore Trinx Antonio