«Riavrete gli ostaggi nei prossimi giorni» di Andrea Di Robilant
Il portavoce curdo liberato offre garanzie Il portavoce curdo liberato offre garanzie «Riavrete gli ostaggi nei prossimi giorni» Ma accusa: 007 turchi dietro l'operazione «La polizia ha picchiato il mio interprete» ROMA. Sembra ormai imminente la liberazione di Angelo Palego e Anna D'Andrea, i due ostaggi italiani rapiti dal Pkk in Turchia orientale. «Faremo di tutto per liberare gli ospiti nei prossimi giorni», ha dichiarato Ali Sapan, il portavoce del Fronte nazionale per la liberazione del Kurdistan (Ernk) scarcerato lunedì. «Bisogna trovare una forma per farli tornare». Sapan ha invece avuto parole di fuoco contro i responsabili del suo arresto. «Non aveva alcuna base legale», ha detto ieri in una conferenza stampa. «Si è trattato di un arresto politico contro di me e contro il mio movimento. Naturalmente non accuso tutto il governo italiano ma credo che all'interno del governo e soprattutto dei ministeri ci siano funzionari responsabili del mio arresto, in cui hanno avuto un peso i servizi segreti turchi, molto attivi in Italia». In realtà tutto sembra indicare che l'arresto di Sapan non sia il frutto di un complotto, ma il risultato di una goffa operazione di pohzia e della scarsa coordinazione tra i ministeri interessati. In seguito al pasticcio Sapan è stato rilasciato su richiesta del Guardasigilli Conso, ma la corte d'appello ha deciso di li- Ali Sapan, port voce curdo mitare la sua libertà (vive a Genzano, vicino a Roma, a casa di un parlamentare e ha l'obbligo della firma tre volte a settimana) fino a quando le pratiche per la sua estradizione non saranno state espletate. Questa soluzione non piace affatto a Sapan. «Chiedo che mi vengano revocati gli arresti domiciliari: quello che è avvenuto è stato un errore che il governo italiano deve correggere. Attendo ancora una giustificazione credibile delle autorità». Sapan si è anche lamentato per il trattamento che la polizia avrebbe riservato a lui e alcuni suoi colleghi. Ed ha accusato poliziotti non identificati di aver «picchiato» il suo interprete. La questura: «Nessuno di noi ha alzato un dito. Il traduttore è stato accompagnato alla Digos per l'identificazione ma non c'è stato alcun maltrattamento». Il giovane curdo si è detto preoccupato anche per la' sorte di quattro amici che erano venuti a Rebibbia per accoglierlo quando è stato scarcerato. «So che sono partiti subito dopo la mia liberazione, ma ancora non hanno fatto ritorno a casa. Adesso temo che siano stati arrestati». Andrea di Robilant Ali Sapan, portavo
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