Colpo mortale alla quinta mafia

Quasi 200 arresti, secondo gli inquirenti potrebbe essere caduta nella rete anche la banda della Uno bianca Quasi 200 arresti, secondo gli inquirenti potrebbe essere caduta nella rete anche la banda della Uno bianca Colpo mortale alla quinta mafia Bologna, sgominata la gang del Pilastro BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un microfono spia intercetta una t clefonata tra un siciliano e un bolognese. Si parla di una rapina a un blii iato davanti a una banca della pei ria cittadina e di un'autobun.^j da usare per «annientare» la vigilanza delle guardie giurate. La voce siciliana rassicura quella bolognese: «Ce la caviamo con tre o quattro morti». L'inchiesta della Direzione distrettuale di Bologna (190 ordini di custodia cautelare, 150 arresti eseguiti l'altra notte in diverse città italiane) ha risparmiato a Bologna anche l'orrore di questa rapina alla libanese. La telefonata fu intercettata casualmente mentre si indagava sui rapporti tra la banda del Pilastro - il quartiere al centro dell'inchiesta, scenario del più atroce delitto compiuto nel Bolognese: l'eccidio, il 4 gennaio del '91, di tre giovani carabinieri - e uomini della mafia. L'episodio è circondato dal più stretto riserbo, ma il risultato è certo: la morte di tre o quattro uomini è stata evitata. Ed è solo uno dei tanti motivi di soddisfazione per gli uomini delle forze dell'ordine (coordinati dai sostituti procuratori antimafia Mauro Monti e Giovanni Spinosa), per il procuratore di Bologna Gino Paolo Latini e per il procuratore nazionale antimafia Bruno Siclari che ieri hanno illustrato tutti i numeri dell'operazione. Siclari non ha risparmiato complimenti e l'ha definita «una delle più importanti operazioni degli ultimi anni». Non ha un nome, ma la si potrebbe battezzare «Operazione quinta mafia», perché dopo mesi di indagini, duemila pagine di intercettazioni trascritte, decine di testimoni sentiti ed investigazioni sul riciclaggio del denaro sporco, gli inquirenti sono giunti ad una terribile ed inquietante verità: tra i palazzoni del Pilastro, quartiere dormitorio nato negli Anni Cinquanta alla periferia di Bologna per,,qspitare; l'ondata migratoria dal Sud, ha attecchito un'organizzazione criminale autoctona, diventata tanto potente da permettersi di trattare alla pari con la mafia siciliana o la 'ndrangheta calabrese. Da questo quartiere - sconvolto ieri dalla maxi-retata che ha portato in carcere una settantina di «pilastrini» per venti dei quali è scattata l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso - il 10 marzo del '90 è partito il raid punitivo contro il vicino campo nomadi di Santa Caterina di Quarto, il primo crimine attribuito alla cosiddetta banda della Fiat Uno bianca, nel quale furono ferite nove persone. Gli inquirenti sono convinti che ad impugnare il famigerato fucile Beretta AR70 in quella fredda mattina di fine inverno furono Giuseppe Romeo e William Santagata, esponenti di spicco delle due principali famiglie malavitose del quartiere. Chissà che l'accusa non possa portare a far luce anche sull'assalto al campo nomadi di via Gobetti dei 23 dicembre '90 (due morti e due feriti). I fratelli Santagata, insieme a Marco Medda, l'ex luogotenente di Cutolo, sono accusati anche dell'omicidio dei tre militari. Per la Dda, i tre carabinieri vennero massacrati perché sorpresero una consegna di armi tra Metìda (garante del «passaggio») e i fratelli Santagata (diventati terminali bolognesi di traffici illeciti) incaricati di fare arrivare le armi a una banda di rapinatori. L'episodio ha portato gli inquirenti al nucleo di tutta l'operazione: la mafia del Pilastro come «collettore d'affari», senza il cui permesso non si possono compiere azioni criminali, che punisce gli sgarri, che per riaffermare la propria supremazia sul quartiere spara a nomadi e ad extracomunitari e si accanisce contro gli abitanti. Con l'operazione di ieri, diversi episodi di criminalità che in questi anni hanno impegnato le forze del¬ l'ordine a Bologna e nella regione si sono ricomposti in un unico mosaico, ricondotti ad un unico centro criminale: la quinta mafia del Pilastro. L'organizzazione ha fatto dell'intimidazione l'arma principale per conquistare potere. Si è cementata salendo uno alla volta tutti i gradini della scala del crimine, dagli scippi ai furti, alle rapine, allo spaccio di droga fino agli episodi più sanguinosi, riuscendo a diventare tanto potente da dissuadere altri poteri criminali dal diventare una cosca a sé stante, da trattare alla pari con i boss calabresi Mammoliti e Pesce o al punto da poter sbeffeggiare la temibile «Stidda». E' per recuperare credibilità che la «Stidda» decise l'esecuzione di Vin¬ cenzo Gumari, un trafficante di Crotone di 35 anni passato al soldo dei pilastrini, che venne ucciso a Vignola, nel Modenese, con sette colpi .di pistola sull'auto di un membro della famiglia Quintadamo, anch'essa del Pilastro. Non si contano gli episodi di intimidazione contro gli abitanti. Il quartiere è sempre più lontano dalla Bologna di Primo Zecchi, di Giorgio Bonfiglioli, di Massimiliano Valenti, testimoni uccisi dai banditi per aver tentato una reazione. Al Pilastro vige l'omertà e governa la paura. L'intimidazione giunge a livelli tali da far sparare contro l'auto di un residente solo perché gioca a tennis con alcuni poliziotti o contro quella di un al¬ tro che, sotto anonimato, denuncia a un giornalista la criminalità del rione. Spari anche contro un ragazzo che fa jogging: è stato scambiato per un extracomunitario. E fiamme per distruggere il circolo «La Fattoria», simbolo di riscossa civica degli abitanti, contro il centro di accoglienza per extracomunitari delle ex Scuole Romagnole e anche contro il chiosco di un gelataio: il proprietario si era permesso di assumere la moglie adultera di un complice. Al lungo elenco di crimini avrebbe potuto aggiungersi anche l'esplosione dell'autobomba. Un orrore evitato. Marisa Ostolani I clan progettavano di portare a termine una grossa rapina facendo breccia conun'autobomba Una fase del blitz. A sinistra, gli inquirenti ne illustrano i dettagli. A lato, due arrestati: Giuseppe Romeo (a sin.) e William Santagata

Luoghi citati: Bologna, Crotone, Vignola