Medici alpinisti

L'ISTITUTO MOSSO SUL MONTE ROSA L'ISTITUTO MOSSO SUL MONTE ROSA Medici alpinisti Studi di fisiologia in alta quota SOLO negli ultimi 50 metri è possibile scorgere la sagoma dell'Istituto, superato l'ultimo sperone di roccia che scende dal Corno del Camoscio. Il colle è alle nostre spalle, indietro di una mezz'ora, all'altezza degli alberghi e del rifugio Città di Vigevano situati più a valle. Ma ora la topografia è molto cambiata e ci sono le funivie. Nella comune accezione dell'ambiente torinese di allora, il Col d'Olen era l'Istituto Mosso per gli studi di fisiologia dell'uomo sulle Alpi, la località scelta dal fisiologo torinese per l'edificio che coronava il suo antico desiderio di incoraggiare quel tipo di ricerche. Quando l'idea si fissò nella sua mente, già da tempo cercava di approfondire gli studi sulla «fatica» inziati fin dal 1877 e poi condotti sul Monte Rosa, dove dal 1894 in poi aveva continuato a sobbarcarsi più volte l'erta ascesa sino alla capanna Regina Margherita, da poco costruita sulla Punta Gnifetti. In quel tempo aveva portato a termine esperienze proprie e altre in collaborazione col professor Zuntz di Berlino, pubblicate poi negli <(Atti del Laboratorio Scientifico del Monte Rosa» (che divennero in seguito ((Atti del Laboratorio Angelo Mosso»). Era, fra l'altro, l'epoca in cui nasceva una generazione di alpinisti che, sulle orme dei gentlemen inglesi, conquistavano le principali vette delle Alpi; il nome di Mosso era fra questi. La ricerca di un luogo adatto, a quelle altezze, per ospitare laboratori accessibili con poca fatica, venne al senatore Mosso ai primi del secolo e la proposta, lanciata in occasione di un congresso internazionale di fisiologia a Torino, favorì la sottoscrizione di istituzioni italiane e straniere che aderirono con entusiasmo alla proposta di sostenere quegli studi sotto la guida di insigni maestri. La località scelta fu nel suo amato Monte Rosa: si acquistò un terreno nei pressi del Col d'Olen. La costruzione iniziò nel 1905 e terminò due anni dopo: nell'agosto del 1907 fu solennemente inaugurata dalla regina Margherita alla presenza di autorità, scienziati e alpinisti. Ai lavori dell'Istituto hanno contribuito ricercatori di molte discipline e di molti Paesi, che hanno studiato il comportamento dell'uomo nella fatica muscolare a grandi altezze, con studi sui gas nel sangue in svariate codizioni, sul mal di montagna, sul ricambio idrico, sulla acclimatazione, sugli effetti dell'irradiazione solare, sulle funzioni sensitive in diverse età, sui fenomeni immunitari, sull'emopoiesi, sugli effetti della radioattività, sull'uso di miscele gassose per viaggi nella stratosfera. Si sono anche fatte ricerche sulla flora della regione, sulla formazione delle nebbie e sul comportamento di certi insetti. L'utilità di questi studi sembra un poco affievolita con la conquista degli ottomila e i viaggi nella stratosfera, ma restano i fondamenti sulla fatica a grandi altezze e i contributi allo studio della fisiologia che ne hanno formato la base, oltre a quelli sulla sperimentazione della navigazione ad alta quota, con moderne apparecchiature per indagini sulla funzione cardiaca e respiratoria. La vita dell'Istituto era regolata da norme fissate fin dalla fondazione e, a parte l'orario dei pasti, per il resto della giornata c'era libertà assoluta per il lavoro, lo studio, le escursioni. Dal 1907 la direzione fu del professor Agazzotti, che succedette a Mosso nella cattedra di fisiologia, poi di Amedeo Herlitzka fino alle soglie dell'ultimo conflitto mondiale nel 1938. Quello di Herlitzka è stato un periodo epico dell'Istituto Mosso, allora frequentato da allievi divenuti a loro volta insigni maestri. Dopo il forzato intervallo del secondo conflitto mondiale, l'Istituto ha ripreso lentamente le sue attività sotto la direzione prima della professoressa Di Giorgio, poi dei professori Meda e Pinotti, e attualmente del professor Losano, che è anche alpinista. Enrico Anglesio

Persone citate: Amedeo Herlitzka, Angelo Mosso, Di Giorgio, Enrico Anglesio, Herlitzka, Losano, Meda, Pinotti

Luoghi citati: Berlino, Mosso, Torino, Vigevano