MAUPASSANT SMASCHERATO di Ernesto Gagliano

MAUPASSANT SMASCHERATO MAUPASSANT SMASCHERATO Nuove verità per il centenario macellaio. Cita anche le memorie di Frank Harris (ripubblicate in parte sulla «Quinzaine littéraire» di luglio) dove lo scrittore inglese racconta che Maupassant gli aveva confidato di poter prolungare l'«atto» più degli altri dandogli una dimostrazione deH'«érection à volonté». Qualche prova del suo disprezzo per le donne? Un giorno terrorizzò un'amica dipingendosi ulcere rossastre sugli organi genitali. Un'altra volta, in Svizzera per certe cure, sedusse la moglie di un farmacista lasciandole un'«implacabile sifilide in ricordo dell'amante di passaggio». E quando la contessa Potocka gli mandò in dono alcune piccole bambole di chiffon, lui le restituì con la pancia gonfia di stoffa, come se fossero incinte, e il biglietto: «Tutte, in una sola notte». L'analisi del dottor Galérant intonse I Aulirvi cia si scara nella cita intima or Bei-Ami. Le prediche di Flaubert: eputtane, troppo canottaggio...» (che ripesca anche dal dimenticatoio la pornofarsa ambientata in un bordello A lafeuille de rose - Maison turque) suona come un processo. Non ci sono attenuanti? Sì, forse. «Come per Flaubert, l'affetto inalterabile verso i genitori e soprattutto verso la madre: ecco ciò che fa perdonare molte cose». L'uomo era complesso, sfaccettato, capace di grandi affetti, se non di romantiche convivenze. Lottava con la malattia, cercava «con ugual appetito» prostitute e dame del bel mondo, ma inseguiva anche la solitudine della scrittura. Difendeva il suo spazio segreto. Cosi appare nell'acuto ritratto di Jean-Jacques Brochier (Maupassant, une journée particuliére, Lattès) e nell'eccellente biografia di Henri Troyat (Maupassant, Flammarion) che delinea una personalità piena di contraddizioni, cinica e tenera, poetica e violenta. Maupassant ha avuto tre figli da Josephine Litzelmann, una figura modesta conosciuta in una stazione termale. Contrario al matrimonio, li aiutava in segreto: un altro capo di accusa? Certe situazioni svelano però un carattere che sapeva nutrire profondi legami. La morte di Flaubert, stroncato da un colpo apoplettico, gli provoca una ferita che non si rimargina facilmente: «La cara grande figura mi segue dappertutto. Sento la sua voce, alcune frasi mi tornano in mente, il suo affetto scomparso sembra aver svuotato il mondo intorno a me». Il calvario del fratello Hervé, ricoverato in manicomio, lo sconvolge. Va a trovarlo spesso, paga lui le spese con i proventi dei suoi romanzi (aiuta anche la cognata e la nipotina). Confida: «Non ho potuto trattenermi dal pianto, guardando questo condannato a morte che la natura uccide, che non uscirà mai da questa prigione, che non vedrà più sua madre». Ha un senso acuto del dolore, gli affetti spezzati, il disfacimento delle cose. Esplode in un'invettiva: «Povero corpo umano, povero spirito, che porcheria, che orribile creazione. Se credessi nel Dio delle vostre religioni, che orrore senza limiti avrei per lui!». Sembra presagire la sua stessa fine, come una meteora. Edmond de Goncourt, che provava per lui un misto di odio e invidia, lo incontra a Rouen nel 1890, in una giornata piovosa di novembre, all'inaugurazione del monumento a Flaubert, e trova un uomo logorato, lo sguardo fisso del malato. «Non sembra destinato a diventare vecchio», annota nel Journal. La malattia stringe la sua morsa: ecco i tentativi di suicidio, le allucinazioni, la camicia di forza. E la morte a 43 anni. Troyat riferisce le «recriminazioni sordide» dei parenti che si disputano i suoi beni. Ancora prima, la madre aveva venduto lo yacht Bel Ami II «simbolo di successo e di libertà» per seimila franchi, poi tocca alla villa «Guillette» di Etretat, infine si disperdono all'Hotel Drouot tutti gli oggetti che appartenevano allo scrittore. Oggetti di cattivo gusto, choses canailles, li definisce Goncourt con il solito veleno. aubert: ...» A Etretat, paese che si affaccia sulla Manica, rivivono memorie e scenari dei romanzi e dei racconti. Qui Maupassant aveva trascorso l'infanzia e si era fatta costruire la villa «Guillette» dove ogni tanto tornava. Ne scrive Hélène Lindòn MacKenzie in un prezioso opuscolo (Etretat dans la vie et l'oeuvre de Guy de Maupassant, Editions 01 Contou) evocando i luoghi che ispirarono lo scrittore, i villeggianti, la spiaggia ad arco con lefalaises, le feste. In riva al mare adesso graziose bagnanti in topless sfidano il vento, l'attuale proprietaria ha conservato l'aspetto esteriore della «Guillette», ma il giardino è più piccolo. Una volta era animato da voliere, pesci rossi, cani e gatti. C'era anche un pappagallo che gridava al suo padrone: «Cocassant!» e alle dame: «Bonjour, petite cochonne!» (Buongiorno, piccola sporcacciona). Erano gli anni allegri, le malelingue erano scatenate. Ernesto Gagliano

Luoghi citati: Etretat, Svizzera