Nel governo è entrato il ministro della proroga

r IL CITTADINO Nel governo è entrato il ministro della proroga getto continuo governo e .Parlamento rinviano di mesi, se non addirittura di anni, precisi termini di scadenza fissati per legge. Per di più ciò avviene in modo del tutto scoordinato e quasi sempre all'ultim'ora o, peggio, fuori tempo massimo. Di fronte al susseguirsi di slittamenti decisi in extremis dalle Camere o a Palazzo Chigi, perché non viene istituito il «ministro della Proroga»? Questo nuovo dicastero, naturalmente senza portafoglio, dovrebbe avere il compito di evitare al cittadino gli attuali gravi inconvenienti, provvedendo in tempo utile allo spostamento e coordinamento di tutte le scadenze previste da leggi e leggine nelle materie più disparate, prima fra tutte quella fiscale, come 10 slittamento della scadenza per la presentazione della denuncia dei redditi Irpef e la riapertura dei termini di condoni tributari. Il campionario dei rinvii è vastissimo. Limitiamoci ai più recenti. Il 31 agosto scorso scadeva 11 termine per pagare la tanto contestata tassa sul medico di famiglia. Ma è stato spostato dal ministro della Sanità Maria Pia Garavaglia al 15 settembre prossimo. Il 12 marzo scorso doveva entrare in vigore il decreto legislativo che estende l'obbligo di presentare la ricetta medica per la quasi totalità dei farmaci. L'ex ministro della Sanità Raffaele Costa ne ha, però, rinviato la scadenza di sei mesi, perché l'Italia non era pronta ad uniformarsi alla normativa Cee. Una settimana fa, dopo l'assalto alle farmacie, c'è stato il secondo, ma forse non ultimo, rinvio al 1° gennaio '94 disposto dalla Garavaglia. Il 30 agosto scorso il governo ha varato il decreto-legge n. 330, soprannominato «milleproroghe» perché per la quinta volta consecutiva sono stati differiti i termini fissati da numerose leggi. Molte di queste interessano i cittadini. L'art. 30 ha prorogato al 31 dicembre '94 il termine per l'adeguamento alla normativa di sicurezza Cee degli impianti elettrici in tutti gli appartamenti, nelle scale degli edifici e negli altri locali condominiali (il costo è di parecchi milioni ad alloggio). L'originaria scadenza era fissata al 5 marzo scorso. L'art. 44 ha fatto, invece, slittare al 15 ottobre prossimo il terI mine per la presentazione della I denuncia del possesso di piante rare o animali in via di estinzione, protetti dalla Convenzione di Washington del 3 marzo '73. Chi, per scopo commerciale o per uso personale, possieda esemplari vivi, morti, imbalsamati, o loro parti, come zanne d'avorio, trofei di caccia, gusci di tartaruga e altri animali o piante appartenenti a specie rigorosamente protette dovrà consegnare la denuncia al Corpo forestale dello Stato (il facsimile del modulo è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1° settembre '93). Sono, tuttavia, esentati i possessori di bracciali, anelli o statue di avorio e le signore proprietarie di pellicce o di borse, scarpe e cinture di coccodrillo, sempreché questi oggetti non siano mai messi in vendita. L'art. 46 del provvedimento ha, invece, prorogato di due anni al 31 dicembre '95 il regime di graduazione degli sfratti. La decisione del governo ha accontentato gli inquilini, che per altri due anni non dovranno lasciare l'alloggio affittato, ma è stata duramente criticata dalla Confedilizia, che ritiene la proroga incostituzionale «perché i provvedimenti emessi dall'autorità giudiziaria restano sospesi fino a quando il prefetto non ritenga di rendere esecutiva la sentenza». Non mancano casi clamorosi di proroghe a getto continuo anno per anno. Ad esempio, l'articolo 52 della legge di condono edilizio (è la n. 47 dell'85) imponeva l'obbligo di denuncia al nuovo catasto edilizio urbano delle modifiche interne ad un appartamento senza aumenti di cubatura. La scadenza prevista originariamente per l'85 è slittata via via di otto anni fino al 31 dicembre prossimo con ben sette decreti-legge e nove leggi. Paradossalmente, però, il Parlamento ha votato due volte l'ultimo rinvio: prima con l'art. 14, comma 4-bis, della legge n. 68 del 19 marzo '93, poi con l'articolo 1, comma 5-ter, della legge n. 75 del 24 marzo '93. Un errore che certamente le Camere non avrebbero commesso se fosse esistito il ministro della Proroga Pierluigi Franz ìnzj

Persone citate: Garavaglia, Pierluigi Franz, Raffaele Costa, Sanità Maria

Luoghi citati: Italia, Washington