Rivolta all'Enichem di Crotone

Le notizie giunte da Roma sulla cassa integrazione decisa per 333 dipendenti scatenano la ribellione Le notizie giunte da Roma sulla cassa integrazione decisa per 333 dipendenti scatenano la ribellione Rivolta alP Enichem di Crotone Operaio minaccia di lanciarsi da una torre CROTONE. Rivolta nello stabilimento Enichem di Crotone. Alcuni operai (non si è potuto apprendere il loro numero, nè le loro condizioni) sono rimasti intossicati dall'incendio che loro stessi avevano appiccato per protestare contro la cassa integrazione decisa dall'azienda. Gli intossicati sono stati già trasportati all'ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. Le forze di polizia hanno tentato di entrare nello stabilimento, precedute da un lancio di candelotti lacrimogeni, ma invano. Gli operai, infatti, hanno continuato fino a tarda sera ad alimentare le fiamme che fanno da barriera davanti all' ingresso principale dello stabilimento. Il fatto, poi, che gli operai si siano barricati dietro grossi quantitativi di fosforo impedisce qualsiasi tentativo di fare irruzione nell' area industriale, nè, tanto meno, di avviare con loro una qualsiasi trattativa. La scintilla della rivolta è stata la protesta di un operaio, Michele Mattace, 38 anni, che per undici ore era rimasto sul balcone della torre fumaria, minacciando di lanciarsi nel vuoto se non fosse stato garantito il suo posto di lavoro. E, a mano a mano che passavano le ore, allo stabilimento Enichem la protesta si è allargata. La notizia, giunta da Roma per vie ufficiose, che l'Enichem non ha inteso recedere dalla messa in cassa integrazione guadagni di 333 dipendenti della sede di Crotone ha subito provocato inciden- ti. Gli operai hanno spaccato le vetrate dello stabilimento e subito dopo hanno riversato sulla strada statale 106 jonica, che passa davanti alle uscite principali dell' Enichem, del fosforo che si trovava in bidoni e che era stato preparato in previsione di un esito negativo della riunione romana. Le forze di polizia, che presidiavano già la zona, sono riuscite a blocca¬ re il traffico pochi istanti prima che il fosforo si incendiasse. Ma la squadra dei vigili del fuoco che aveva tentato di intervenire per spegnere l'incendio ha avuto difficoltà ad avvicinarsi alle fiamme per una sassaiola degli operai. Il timore dei vigili del fuoco era per la nube, molto tossica, provocata dalla combustione del fosforo. Il questore di Catanzaro, Gianni Carnevale, è partito alla volta di Crotone, dove in poche ore si sono concentrate tutte le forze dell'ordine. Alcuni focolai di incendio sono stati appiccati tra gli impianti, accrescendo il timore di scoppi. Gli operai si sono, di fatto, asserragliati all'interno dello stabilimento, usando, come protezione, dei grandi sacchi contenenti zeoliti e fosforo. La nube, alzatasi per l'incendio del fosforo sulla strada, per effetto del vento, si è spostata verso la città. Alcune ambulanze hanno tentato di raggiungere lo stabilimento, in tarda serata, mentre davanti ai cancelli e nelle zone circostanti la polizia - in assetto di antisommossa - ha preso posizione. Tutto questo è accaduto poco dopo che la protesta di Michele Mattace si era conclusa. L'operaio aveva minacciato di lanciarsi nel vuoto se non gli veniva garantito il posto. «Il mio gesto - ha detto Mattace che comunicava attraverso una radio ricetrasmittente è motivato dalla esasperazione di perdere il posto di lavoro. Senza lavoro non si può condurre una vita onesta e tranquilla». L'operaio era salito ieri mattina intorno alle 8 sul camino più alto della fabbrica, appena finito il suo turno di lavoro come elettricista. Aveva servito il caffè ai suoi colleghi di lavoro e poi eludendo la sorveglianza era salito sulla torre che, per la sua altezza ed il forte vento oscilla continuamente. Poco dopo le 19,30, Mattace era sceso dalla torre, alta 120 metri, al termine di un colloquio avuto con un dipendente dell'Enichem, l'ing. Gastone Marchetti, anche lui messo in cassa integrazione. Era stato lo stesso Mattace a chiedere di parlare con l'ingegnere, il quale ha convinto l'operaio a scendere in quanto «da Roma giungevano notizie positive». Il sindaco di Crotone, Carmine Talarico, di ritorno dalla riunione di Roma, ha definito «irresponsabile la posizione assunta dall'Enichem, che non ha voluto saperne di recedere dal proprio atteggiamento». [r. cri.] Incendiati per strada bidoni pieni di fosforo Numerosi feriti intossicati dal fumo Un operaio è rimasto per I I ore sulla torre (al centro). Accanto, il ministro Gino Giugni A destra, Franco Bernabò dell'Eni

Persone citate: Carmine Talarico, Franco Bernabò, Gastone Marchetti, Gianni Carnevale, Gino Giugni, Mattace, Michele Mattace