«Lo lascino ora hanno avuto tutto»

«Lo lascino, ora hanno avuto tutto» «Lo lascino, ora hanno avuto tutto» «Quando è partitogli ho detto: non ci rivedremo più» LA MOGLIE DEL RAPITO ATRECATE NGELO Palego e Anna D'Andrea, i due esploratori italiani sulle tracce dell'Arca di Noè, sequestrati il 19 agosto dai curdi, stanno bene. Ma lanciano un appello: «Veniteci a liberare, al più presto». A rendersi conto delle loro condizioni sono stati due inviati del giornale turco «Ozgur Gundem». Li avrebbero incontrati, in una località imprecisata sulle montagne del Kurdistan. L'ingegnere chimico di Trecate ha dichiarato di trovarsi bene ma di temere per la situazione che si fa di ora in ora più delicata, a causa della guerra che mette a repentaglio la sua vita e quella degli ostaggi. I due italiani sono costretti a spostarsi sulle montagne, da un nascondiglio all'altro. Gli inviati del giornale turco hanno potuto scattare fotografie e registrare anche un video. Oltre a rilasciare dichiarazioni, Palego e la D'Andrea hanno scritto delle lettere alle loro famiglie. Le stesse verranno fatte recapitare nei prossimi giorni dai giornalisti turchi. Una montatura? La pensa così Wilma Minelli, 55 anni, moglie di Angelo Palego, che ie- ri, per la prima volta, ha accettato di uscire dal silenzio. La donna, malata di una forma irreversibile di sclerosi multipla, che l'ha colpita fin dal lontano 1970, si trova ricoverata nella casa di cura comunale di Trecate. Seduta su un divano della sua cameretta, parla molto lentamente. Quasi a fatica. Si fa passare gli occhiali dalla direttrice e legge la notizia: «Mai ricevuto lettere da mio marito, almeno fino ad oggi - afferma scuotendo la testa -. L'incontro tra giornalisti turchi e ostaggi? Non ci credo. E' impossibile». E poi: «Se potessi parlare ai curdi? Direi loro di liberare mio marito. Che bisogno hanno di tenerlo ancora prigioniero? Se volevano salire alla ribalta internazionale, hanno raggiunto il loro scopo. Ma adesso basta». Fa un passo indietro. Ricorda come ha appreso della cattura del marito: «Da qualche giorno la mia televisione si era rotta. Ero all'oscuro di tutto. Il pomeriggio del rapimento è venuta a trovarmi una carissima amica. Mi ha guardato con aria interrogativa. Mi ha chiesto preoccupata se sapevo qualcosa. Si è stupita, vedendomi tranquilla. Allora ho intuito che era successo qualcosa ad Angelo. Quando mi ha spiegato che era stato rapito, sono scoppiata a piangere». Wilma Minelli s'infervora: «Da quel momento è cominciato un assalto di giornalisti, fotografi e operatori della televisione. Non ho mai voluto vedere nessuno. C'è un'altra cosa che terrei a far sapere. Degli affari di mio marito non ne so assolutamente niente. La prima volta che andò in Turchia fu nell'84: non mi disse niente, lo vidi che preparava il suo zaino. Andrà in montagna, ho pensato, gli piace tanto. Partì per il Monte Ararat. L'anno scorso a novembre mi disse che sarebbe tornato lassù. Gli dissi: "Angelo, non andare, sono brutti momenti, stattene a casa". Ma mio marito è un caparbio. Un idealista. Quando si mette in testa una cosa la deve fare fino in fondo. Ma c'è un'altra cosa che non capisco: come possono accusarlo di avere fatto scavi a 5 mila metri? A quella quota, davvero, si può scavare?». Wilma Minelli prende fiato. Poi si lascia andare ad una confidenza: «La sera che Angelo mi ha salutato, al momento di lasciarci gli ho detto: "Non ci vedremo più, me lo sento". Lui mi sorrise accarezzandomi. Chissà se tornerà». Poi ci passa alcuni fogli dattiloscritti. Sono poesie e piccoli romanzi, composti durante queste giornate di angosciante attesa. Batte a macchina con un dito solo. Il medio della mano destra. L'ha irrigidito con una bendatura stretta. La sclerosi non le consente di piegare le mani. A metà novembre darà alle stampe una biografia. E sta già lavorando alla seconda' opera, naturalmente imperniata sulla vicenda che vede protagonista il marito. «No, se gli potessi parlare non lo rimprovererei, anzi. Ognuno deve avere ideali nella sua vita. Per Angelo l'Arca di Noè è un sogno che insegue da troppo tempo». Marco Piatti Wilma Minelli, moglie di Angelo Palego, rapito in Turchia assieme ad un'altra italiana e due svizzeri. La donna: «Ho saputo del sequestro da una mia amica»

Luoghi citati: Kurdistan, Trecate, Turchia