« Qui ho soltanto amici»

« « Qui he soltanto amici» Lettera in codice dalla prigionia ROMA. Angelo Palego, l'italiano nelle mani dei curdi dal 19 agosto, ha scritto un messaggio dalla località nella quale si trova prigioniero. Una copia della lettera, scritta in stampatello e indirizzata alla moglie, è stata recapitata all'Ansa. Sono tre paginette ben ordinate, datate 29 agosto 1993. Si ignora se il messaggio sia stato scritto da Palego di propria volontà, o se sia stato in qualche modo suggerito dai suoi sequestratori. In quest'ultimo caso, si potrebbe ipotizzare che esso contenga indicazioni «in codice». Il testo così comincia: «Mi chiamo Angelo Palego, ho 58 anni, sono ingegnere, chimico e archeologo. Questa è la nona volta che vengo sull'Ararat. Da 24 anni sono studente biblico (Testimone di Geova) e sono alla ricerca della biblica Arca di Noè. Nell'agosto del 1989 ho localizzato l'Arca di Noè a 4550 metri di quota sul grande Ararat, proprio sopra il ghiacciaio Parrot. Nel 1990 ho pubblicato il libro: "Ho camminato sopra l'Arca di Noè" (Sacchi editore - Rescaldina-Mi- Italy) già tradotto in cinque lingue: inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese». La lettera continua: «Amo tantissimo tutte le persone (ho viaggiato in tutto il mondo) e ho tanti amici curdi che mi hanno accompagnato con i loro somarelli sull'Ararat. Ricordo un episodio (luglio 1989) quando scendendo dall'Ararat un ragazzo (12-13 anni) mi venne incontro e prese sul suo somarello il mio zaino». Qui c'è un errore di scrittura: invece di «mi», Palego ha scritto «vi». Il testo così continua: «Dopo alcuni km, quando ci lasciammo, non voleva assolutamente nulla. Aveva solamente voluto dimostrare la sua ospitalità. Dovetti rincorrerlo per mettergli di forza lire 20.000 turche in tasca». Dopo l'episodio, una citazione dal suo libro: «Ho scritto nel mio libro "da queste parti (Ararat) non hanno assolutamente nulla tranne tanta, tanta dignità" che invece da molto tempo si è persa dalle nostre parti (Ita)». Il nome dell'Italia è abbreviato. Poi Palego torna a parlare delle sue esperienze di viaggio. «Prima di essere testimone di Geova (studente biblico) ho girato tutto il mondo e ho visto sempre tanta ingiustizia, tanta sofferenza e tanto egoismo e non credevo più in Dio, poiché se veramente esisteva doveva fare qualcosa per togliere l'ingiustizia. Studiando la Bibbia ho capito perché 4363 anni fa Dio ha portato il diluvio universale, eliminando tutta la cattiveria, tutta la malvagità e l'ingiustizia allora esistente e salvando solo Noè e la sua famiglia». Poi, nella lettera c'è un ultimo capoverso: «Credo profondamente che fra breve tempo Dio porterà la fine di questo sistema, salvando quei pochi che avranno praticato la giustizia. Così nel nuovo mondo avremo la possibilità di vivere per sempre, in pace e felicità su questa terra, senza più egoismi, differenze di razza, barriere nazionali, morte e malattie». Seguono la firma, in corsivo, e ancora in stampatello - il nome della moglie e i numeri di telefono di casa e del luogo di lavoro a Trecate.

Persone citate: Angelo Palego, Noè, Palego, Sacchi

Luoghi citati: Italia, Rescaldina, Roma, Trecate