«Solidarietà» è subito scontro
Dopo Cernobbio industriali e sindacalisti discutono le idee di Andreatta e Romiti Dopo Cernobbio industriali e sindacalisti discutono le idee di Andreatta e Romiti «Solidarietà», è subito scontro Polemiche sulla ricetta per battere la crisi ROMA. Uscire dal dramma della disoccupazione dilagante con uno slancio di solidarietà. Seppellita dallo yuppismo e dal rampantismo degli Anni Ottanta, la solidarietà rispunta come un'ancora a cui aggrapparsi per lenire i guasti della crisi più profonda dal dopoguerra. Torna come appello lanciato dai vescovi, come bandiera sventolata dai sindacati, ma anche come un tema che fa discutere imprenditori, politici ed esperti. E che si carica di significati diversi. Per la Cei significa «meno salario e meno ore di lavoro per aiutare chi non ne ha», più o meno quello che scrivono anche Cgil, Cisl e Uil nella loro ultima lettera a Ciampi. Per Cesare Romiti è «far funzionare le fabbriche». Ma in nome del rigore e dei conti da far quadrare, l'economista Andreatta ricorda che «la solidarietà costa: se volete più oc- cupazione pagate più tasse». Il «neutrale» Zingarelli definisce la solidarietà «un sentimento di fratellanza, di vicendevole aiuto, materiale o morale, esistenti fra i membri di una società». Da non confondersi con solidarismo: «dottrina sociale dei movimenti cattolici, la quale fa appello alla solidarietà fra le classi». Per affrontare il problema dell'occupazione, spunta la «solidarietà di classe» nelle parole del leader di Essere sindacato, Fausto Bertinotti, «senza la quale ci saranno sempre degli esclusi». Eppure il falco della Cgil ama anche citare la definizione di solidarietà intesa come «punto d'incontro tra l'idea di carità e d'uguaglianza», salvo poi mettere soprattutto l'accento su quest'ultima. Un'uguaglianza ora minata dalla «disoccupazione tecnologica, dalla reces¬ sione che comprime salari e stipendi e dalla lunghissima ostentata rivincita borghese che assolutizza impresa e mercato. E quindi la risposta di Romiti è grottesca», taglia corto Bertinotti. L'imprenditore tessile Giancarlo Lombardi non nasconde le sue simpatia per chi invoca la solidarietà contro la disoccupazione, ma, per «spirito di lealtà», parla di una bella utopia, poco praticabile nella realtà. «Basta vedere il fallimento dell'utilizzo di cassintegrati per lavori socialmente utili». Anche la riduzione d'orario non è praticabile? «Perché funzioni deve basarsi su due condizioni: la dimi¬ nuzione dell'orario deve essere tale da non far aumentare il costo del lavoro; e anche gli altri Paesi nostri concorrenti devono muoversi nello stesso modo». In conclusione, Lombardi sposa la tesi di Romiti: «La soluzione vera è il rilancio dello sviluppo». «Ci si deve convincere che partecipazione e solidarietà sono una risorsa per lo sviluppo, oltreché un grande valore morale», interviene Sergio D'Antoni, leader della Cisl, antesignana della parola d'ordine «lavorare meno, lavorare tutti». Il numero due della Fiom, Cesare Damiani, è critico nei confronti sia di Romiti sia di Andreatta: «Le vecchie ricette non funzionano più, come il presunto rigore del mercato, quando si sa che è stato distorto, o invocare una pressione fiscale indiscriminata in un momento in cui chi lavora già paga salato. Ciò non significa disconoscere i problemi della qualità, dell'innovazione, della competizione internazionale». A mettere in guardia dai guasti del solidarismo «che cresceva grazie alla voragine del debito pubblico», è il prof. Giovanni Bianchi, presidente delle Acli. Bianchi non vede contrapposizione tra risanamento del debito pubblico, efficienza e solidarietà. «Credo sia possibile rilanciare l'economia di mercato facendo gli interessi anche dei lavoratori. Con più investimenti si creano più posti di lavoro: è la banale ricetta classica che però funziona sempre». E la riduzione d'orario? «Non penso che sia poesia o utopia, ma attenzione, la solidarietà non deve essere spartizione della miseria». Stefanella Campana Lombardi: «sviluppo» Bertinotti: «uguaglianza» Bianchi: «investire di più» A lato, Giovanni Bianchi presidente Adi. Da sinistra, il sindacalista Fausto Bertinotti e Giancarlo Lombardi della " Confindustria
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