Ancora sui monti come 50 anni fa di Antonio Giaimo
Ancora sui monti come 50 anni fa Il ministro Spini tra i partigiani Ancora sui monti come 50 anni fa Sono saliti in molti, ieri mattina, sui pendii del Bagnòou, in alta Val d'Angrogna, per rievocare le gesta di quel 13 settembre di cinquant'anni fa quando un manipolo di uomini, entrando nelle caserme, ormai abbandonate, presero armi e munizioni. Era l'inizio della Resistenza. Fra di loro c'era anche il ministro dell'Ambiente Valdo Spini, giunto in questa valle Valdese nella quale aveva combattuto da partigiano il padre Giorgio. «Tangentopoli si può vincere ha detto il ministro durante la cerimonia -, ci hanno rubato i soldi ed i partiti. Dopo gli anni del rampantismo adesso è giunta l'ora di insorgere, ritrovando gli stessi ideali che hanno spinto i nostri genitori». Un riferimento agli anni in cui Giorgio Spini, insieme con Pietro Paolo Favout e altri partigiani, entravano nelle caserme per rifornire d'armi i giovani di quelle valli. «Prendemmo tutto - racconta Favout, un comandante - munizioni e cibo per la popolazione. Quassù addestravamo le reclute ai combattimenti». Spiega Gustavo Malan, commissario di guerra e fondatore del Pioniere, il giornale di azione partigiana e progressista: «Il partito d'azione si era trasferito a Torre Pellice e la voglia di opporsi all'invasore ed all'oppressore la si respirava nell'aria. Bisognava stare attenti e verificare che fra quei manipoli di uomini non ci fossero infiltrati». Sorride adesso Nello Daniele, 67 anni, scampato a un'esecuzione: «Mi stavano portando su un pendio fra Luserna e Bricherasio per uccidermi. Quando ho I ministro Vald o Spini capito che era giunta la mia ora ho colpito all'addome un soldato e mi sono buttato giù a capofitto. Una raffica di. mitra, il sangue di un altro partigiano ucciso vicino a me, una ferita: quel ricordo mi accompagnerà sempre. Mi sono nascosto dietro una pietra: quando è passata la paura, ho scritto una canzone». Canti, poesie, pagine tratte dai diari dei partigiani - interpretati dal gruppo teatrale di Angrogna e dal coro della Draia hanno rievocato i drammi di quegli anni. «Avevo il Caffé d'Italia scrive una staffetta d'allora ; ero una ragazzina, ma quando un giovane strappava dai vasi dei gerani una foglia e me la metteva sul bancone prendevo la bici, oltrepassavo le sentinelle ed informavo l'arruolatore». Spini è poi tornato sulla polemica aperta dallo storico De Felice. «Incolpano la Resistenza di essere stata la prima forma di lottizzazione politica, mettendo i loro uomini nei centri di potere - ha detto il ministro Spini -; è successo così a Firenze, ma si è dimostrato che erano personaggi validi. Nazioni senza la Resistenza hanno ottenuto l'indipendenza molti anni dopo». E dopo la rievocazione delle battaglie di cinquant'anni fa, il ministro dell'Ambiente, è rientrato a Torre Pellice, per le emergenze di oggi: disoccupazione ed inquinamento. In agenda aveva l'appuntamento con la delegazione dell'Acna di Cengio. Antonio Giaimo Un momento della rievocazione sul monte Bagnòou, in alta Val d'Angrogna per ricordare il 13 settembre del '43 I ministro Valdo Spini
Persone citate: De Felice, Giorgio Spini, Gustavo Malan, Pietro Paolo Favout, Valdo Spini
Luoghi citati: Angrogna, Bricherasio, Firenze, Italia, Luserna, Torre Pellice
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