IL PAPA NELLA TERRA DI NESSUNO

Muore il balenottero tra musica e carezze WOJTYLAIN LITUANIA IL PAPA NELLA TERRA DI NESSUNO c OSI' per la prima volta un Papa è penetrato non solo in un Paese baltico, la Lituania cattolica, ma per la prima volta ha varcato un confine che fino a qualche anno fa marcava i limiti occidentali dell'Unione Sovietica. Mai uri viaggio dell'instancabile Pontefice polacco fu altrettanto carico di riferimenti simbolici, di allusioni messianiche e storiche rivolte al passato, al presente e al futuro. Mai una visita pastorale, dopo quelle effettuate nella natia Polonia, fu per Wojtyla altrettanto autobiografica e politica. Non va dimenticato che Polonia e Lituania costituirono una singolare simbiosi o quasi osmosi nei grandi secoli della potenza comune, quando il Granducato lituano-polacco formava una specie di Commonwealth insieme monarchico e repubblicano che si estendeva dalla Vistola al Volga e dal Baltico al Mar Nero. Fu d'origine lituana la più illustre delle dinastie polacche, quella dei Jagelloni, come è d'origine lituana il più grande degli scrittori polacchi viventi, il Nobel Czeslaw Milosz., Anche i secoli del declino e della servitù furono segnati da un destino comune, prima sotto il dominio degli zar ortodossi, poi sotto quello degli zar sovietici e ateisti. La cristianizzazione della Lituania semibarbarica, ultima oasi pagana nell'Europa battezzata del XIII secolo, fu opera di pie Regine polacche. San Casimiro, il patrono di Lituania, la cui tomba si trova nella cattedrale di Vilnius che il regime comunista aveva trasformato in museo, fu tanto lituano quanto polacco. Sarà curioso notare che fu altrettanto polacco quanto lituano anche un moderno eroe del male, il conte Dzerzhinskij, che per suggerimento di Lenin fondò nei primissimi Anni 20 la temibile polizia segreta bolscevica. E' da questo estremo lembo di terra cattolica, da questo prólun gamento nordico della storia e cultura polacche, che l'ex Cardi naie, di Cracovia nella sua ultima orazione ha voluto spingersi an cora più in là, ancora più a Est, lanciando un invito per la ripresa del dialogo ecumenico alla Terza Roma, alla «nobile Chiesa orto dossa» e al suo patriarca Alessio. Wojtyla una volta di più si è mantenuto all'altezza della sua AEnzo Betti/a CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Betti, Czeslaw Milosz, Dzerzhinskij, Lenin, Wojtyla