Massacro a Mogadiscio di Andrea Di RobilantFrancesco FornariFabio Galvano

Incontro con il presidente vicario del Tribunale di Milano. «Non mi sono arricchito, ho servito lo Stato» Uccisi 7 caschi blu nigeriani. Ma l'Onu ci chiede di restare Massacro a Mogadiscio Accuse agli italiani: stavano a guardare MOGADISCIO. La missione di pace delle Nazioni Unite in Somalia è stata funestata da un altro massacro: quasi trenta morti a Mogadiscio, fra somali e caschi blu. Il tutto è avvenuto alla presenza di soldati italiani, che peraltro non hanno sparato; e ciò ha rinnovato le polemiche sul comportamento degli uomini del generale Loi e le accuse, da parte di ambienti Gnu, di collusione con i miliziani di Aidid per tenere i guai alla larga. Sono sette i caschi blu nigeriani uccisi ieri mattina nei pressi del check-point Ferro, più venti somali, mentre due soldati pachistani sono rimasti feriti. Il comandante delle truppe nigeriane ha accusato gli italiani di non aver mosso un dito per aiutare i suoi soldati in difficoltà. «Non hanno fatto nulla, non hanno sparato un solo colpo». Il colonnello Oyinlolo ha anche insinuato che i nostri abbiano rabbonito i somali con «un accordo speciale»: il comportamento intransigente dei suoi avrebbe scatenato l'aggressione. L'inviato Onu, ammiraglio Howe, a lungo in polemica con Loi, ha commentato: «Da molto tempo c'è un margine di disaccordo tra gli italiani e l'Unosom». In realtà i nostri militari si sono interposti fra gli aggressori e i nigeriani, poi, lanciando lacrimogeni e fumogeni, sono riusciti dopo molte ore a disperdere i somali. Alla fine una delegazione di esponenti politici e di anziani del quartiere ha parlato con i nostri ufficiali promettendo di fare opera di pacificazione ma chiedendo, in cambio, che gli italiani restino a guardia dei check-point. La stessa richiesta è stata fatta ufficialmente dal generale Cevik Bir, comandante militare dei caschi blu, al generale Bruno Loi, che fino ad oggi a mezzogiorno è il comandante del contingente italiano e sarà sostituito dal generale Carmine Fiore, arrivato ieri sera a Mogadiscio. Nella notte infine la risposta delle forze Onu: squadriglie di elicotteri Usa hanno attacco a colpi di cannoncino postazioni nei quartieri controllati da Aidid. Andrea di Robilant, Francesco Fornari e Fabio Galvano a pagina 5 Mp

Persone citate: Aidid, Bruno Loi, Carmine Fiore, Cevik Bir, Howe, Loi

Luoghi citati: Mogadiscio, Somalia, Usa