Sciopero «alla giapponese» di Gabriele Ferraris

38 Il direttore del teatro Juvarra per protesta farà 2 spettacoli al giorno Sciopero «alla giapponese» «L'assessore alla Cultura non mi riceve» Ugo Perone, il professore di Teoretica catapultato dalle «elezioni del rinnovamento» sulla scomoda seggiola di assessore comunale «alle Risorse culturali», deve provare in questi giorni la sensazione d'essere assediato: una «sindrome di Fort Apache» sgradevole persino per John Wayne. Figurarsi per un tranquillo uomo di studi. Da ogni dove gli piovono sulla scrivania richieste di udienza: bramano un incontro con l'assessore organizzatori di concerti e pubbliche rappresentazioni, capicomici, padroni di teatri. Vogliono esporre progetti e programmi e ottenere finanziamenti dal Comune. Perone tace. Nessuna risposta. Qualcuno s'imbufalisce assai, altri la prendono con ironia. Sergio Martin, proprietario del teatro Juvarra, ha escogitato una curiosa protesta: «Farò uno sciopero alla giapponese» proclama. Cioè, lavorerà di più: anziché uno spettacolo al giorno, dal 20 settembre ne organizzerà due: «Per dimostrare che a Torino ci sono idee e volontà di fare. Non meritiamo tanta indifferenza». Ugo Perone, assessore in graticola, non si scompone. Anzi, sembra apprezzare l'iniziativa di Martin: «Se le reazioni sono queste, non riceverò più nessuno» scherza. Tuttavia ci tiene a spiegare il suo punto di vista: e allora diventa serissimo. «Ho ricevuto decine di richieste - dice -. E' vero, non ho ancora parlato con nessuno, a parte gli enti legati al Comune, come lo Stabile. Ma la mia non è disattenzione». Eppure è questa la voce che comincia a circolare negli ambienti «artistici» della città. «E' questione di serietà - prosegue Perone -. Voglio far piazza pulita dei cosiddetti "rapporti personali". Rapporti che nel peggiore dei casi possono diventare clientelali, e nel migliore casuali». Spiega, l'assessore, che non gli par bello scatenare una sorta di gara a chi arriva prima: «Metta che io riceva il signor X, che mi espone i suoi progetti, molto belli, molto interessanti. Mi convince, io lo finanzio, e chi arriva dopo resta a bocca asciutta. Così non va: il problema va affrontato in piena trasparenza». Perone ha un piano: «Entro fine settembre, al massimo i primi di ottobre, convocherò tutti gli operatori. Riunioni per settore: teatro, musica, danza. E saranno allargate non solo alle parti in causa, ma anche a esperti e osservatori. Lì ciascuno potrà esporre progetti e esigenze». Il saggio Perone ha in mente, a quanto pare, una specie di «controllo incrociato»: se qualcuno tenterà di fare il furbo, spacciando per oro il princisbecco, dovrà affrontare le prevedibili e pubbliche rimostranze dei colleghi. Un sistema per evitare che i risicati fondi della cultura si disperdano in mille rivoli. Perone conviene che il rilancio della città passi anche dall'attività culturale: «Comunque le manifestazioni non bastano: vanno benissimo, se sono serie e di buon livello. Ma vorrei che la cultura producesse non solo intrattenimento, ma anche posti di lavoro». Gabriele Ferraris L'assessore Ugo Perone

Persone citate: John Wayne, Perone, Sergio Martin, Ugo Perone

Luoghi citati: Torino