La maestra e la contadina corruttrice Italia su una brutta strada

La maestra e la contadina corruttrice; Italia su una brutta strada AL GIORNALE La maestra e la contadina corruttrice; Italia su una brutta strada E la «mazzetta» si trasforma in vino Ho letto l'altro giorno una specie di decalogo per i dipendenti statali. Un punto dice di non prendere regali (di un certo valore). Mi sono ricordata di una volta quando, giovane insegnante in una scuoletta di montagna in provincia di Torino, alla fine della giornata scolastica, cioè alle 16, venne la zia di una bimba di 1a e mi diede una borsa: frutta, e, se ben ricordo, delle uova. Era contenta che la nipotina fosse sempre venuta volentieri a scuola e avesse imparato. Rimasi un po' impacciata, ma non potei non accettare. Era la fine dell'anno scolastico. Ma poi, quando restai sola, trovai nella borsa anche una busta con dentro dei soldi, una cifra non disprezzabile. Ero stanca, ma immediatamente partii con la busta in mano, feci circa due chilometri sotto il sole di giugno, fino alla casa di quella generosa zia, che trovai fortunatamente sola. Le dissi che non potevo assolutamente accettare quel denaro, era anche proibito. Mi guardò, mi disse che nessuno lo sapeva, tranne me e lei. Ma capì la mia determinazione e riprese la busta. Mi diede una bottiglia di vino; che accettai. Ma per onestà, devo aggiungere un altro ricordo. In un'altra scuola avevo un anno un alunno il quale era un problema. Mentre parlavo, mentre i compagni scrivevano, ecc., lui cantava, gridava, faceva tutto quello che gli pareva; per farlo scrivere o disegnare bisognava prendergli la mano; non era scemo, né cattivo, no, ma come selvatico e io non sapevo come prenderlo. Siccome arrivava sempre il mattino con mezz'ora di ritardo, gli dissi una volta che al prossimo ritardo lo avrei sospeso. E così feci. Così per alcuni giorni non venne a scuola. I suoi genitori erano analfabeti, chissà che pensarono... Basta, ricordo ancora (sono in pensione da diversi anni) quella sospensione con vergogna, con rimorso. In fondo lo feci (senza consultarmi con nessuno) per avere qualche giorno di tranquillità. Certo non dovevo farlo, mi comportai da imperialista, fu un abuso di potere a danno di sfortunati. Quel bambino si chiamava Canio. Gli chiedo perdono. M.F„Cuneo I francesi capiscono anche a occhi chiusi Sono un cittadino francese, figlio di genitori nati in Italia e almeno una volta l'anno mi reco nella località in cui hanno mosso i primi passi i miei cari (Quarna Sotto, Novara) per trascorrere le vacanze estive o per motivazioni diverse. Ebbene, con rincrescimento ritengo di dover segnalare la differenza in negativo esistente tra lestrade italiane e quelle francesi e particolarmente quelle svizzere. Appena si attraversa il Passo del Sempione, si rileva la mancanza di adeguata attenzione da parte del personale preposto non nella sede stradale bensì nelle parti laterali, sia quelle ornamentali che quelle disposte per la migliore funzionalità e sicurezza degli automezzi che la percorrono. Quanto segnalato mi ha creatoparticolare imbarazzo nel momento in cui i miei amici francesi compagni di viaggio ironicamente lo hanno sottolineato con la frase: «Anche attraversando il confine addormentati, aprendo gli occhi si capisce subito che siamo in Italia». Affinché non si ripeta l'increscioso raffronto, mio malgrado, evito di ritornarvi in tale compagnia. Tuttavia, amo l'Italia non soltanto per l'unicità delle particolari bellezze ammirate e invidiate da tutto il mondo (nonostante la fase negativa storica che attraversa l'Italia in questo ultimo periodo) ma anche perché, mi sia consentito, sono orgoglioso di essere italiano di origine e quindi ogniqualvolta mi è possibile vi ritorno con molto piacere. Denis Maggi, Gray (Francia) L'Università e i suoi test Ho visto l'inserto, molto equilibrato, dedicato da La Stampa del 31 -8 alle prove di selezione degli studenti da ammettere a vari corsi di laurea. Ho letto solo il campione di quiz riportato per Biologia per Medicina, l'unico campo in cui dovrei (almeno ufficialmente, visto il titolo di cui mi fregio) essere competente. Le quattro domande sono state tutte formulate in maniera impropria e le risposte suggerite o non sono univoche o sono errate. Quesito A. Un allele non è la forma alternativa di una caratteristi¬ ca genetica. Quest'ultima è una proprietà che un individuo può ereditare dai suoi ascendenti, ma una singola caratteristica genetica può essere determinata anche da decine di geni. La risposta esatta sarebbe stata: un dato allele è una forma alternativa di un dato gene. B. Un omozigote per un dato gene è un individuo che ha due alleli uguali per quel dato gene. Anche qui nella domanda (come in A) si confonde il termine «caratteristica genetica» con quello di «gene». C. Da capo si riscontra lo scambio di significato tra caratteristica genetica e gene. Alla domanda così formulata, non corrisponde nessuna delle risposte suggerite. Molto più appropriato sarebbe stato chiedere il significato di probabilità nell'ereditarietà di tipo mendeliano. D. Chi sceglie l'aminoacido da legare ad un dato tRna è in realtà l'enzima aminocil-tRna sintetasi. Il tRna ha un ruolo puramente passivo. Ma, pur riconoscendo che questa può essere una pignoleria, esiste la possibilità dimostrata da diversi anni che un ribosoma può scartare il tRna che abbia legato un amonoacido sbagliato. Perciò le risposte valide erano non solo la 3, ma anche la 1. Mi dispiace di aver dovuto usare termini tecnici non comprensibili da tutti i lettori, ma certo dalle persone più interessate, cioè dagli studenti aspiranti medici. Da anni io ed altri abbiamo sollevato nelle sedi appropriate a livello nazionale il problema della serietà di una selezione basata su quiz che per lo più sono mal formulati e da punteggi calcolati sulla base di risposte errate, ritenute corrette solo dal docente che ha confezionato i quiz. Se proprio si vuole continuare su questa falsariga, occorrerebbe prima riselezionare i docenti, e poi gli studenti. Tanto più che la legge obbliga gli studenti più fortunati a sta¬ re nei successivi sei anni seduti ad ascoltare per 5500 ore gli stessi docenti. Giorgio Mangiar otti, Torino Biologia Molecolare, Medicina Il campione di quiz di Biologia pubblicato nell'inserto è la copia dei quesiti assegnati l'anno scorso dalla facoltà di Medicina Chirurgia dell'Università di Torino per la prova d'ammissione ai suoi corsi. [m. tr.] «La nomina di Curtò non fu di Pajardi» In riferimento all'intervista, sostanzialmente fedele fattami al telefono da Alberto Papuzzi, pubblicata ieri su La Stampa, desidero precisare di aver detto che le nomine dei presidenti vicari dei tribunali e delle Corti d'appello sono fatte rispettivamente dai presidenti dei due uffici e comunicate poi al Csm. Quindi la nomina di Curtò a presidente vicario del tribunale di Milano è stata fatta dal presidente del tribunale e non dal presidente della Corte Piero Pajardi. Mi ricordo proprio di aver detto che quest'ultimo, pur competente alla nomina, fosse favorevole alla stessa. Adolfo Beria d'Argentine Non manager ma professore In un articolo pubblicato su La Stampa di giovedì 26 agosto, vengo definito «manager» della Compagnia delle opere «a tempo pieno». Senza entrare in merito alle questioni che sono già state chiarite, per amore di verità vorrei solo precisare che il mio lavoro è quello di professore associato presso la Scuola di Statistica della facoltà di Scienze politiche dell' Università degli Studi di Milano. Giorgio Vittadini, Milano