«Resistenza Bobbio ha ragione»

Spini a De Felice Spini a De Felice «Resistenza Bobbio ha ragione» iTf\ ROMA I» ORBERTO Bobbio ha ras gione nel ritenere che la 1 nomina degli amminiè 11 stratori locali da parte dei Comitati regionali e cittadini di Liberazione alla fine della guerra fu un "gesto di fierezza" e una nota di merito». Il ministro dell'Ambiente Valdo Spini, intervenendo a sostegno della tesi di Bobbio pubblicata ieri dalla Stampa, ha risposto ad alcune affermazioni dello storico Renzo De Febee, secondo cui l'operazione fu un esempio di ((precoce lottizzazione delle cariche pubbliche concordata tra i partiti antifascisti ancora prima della conclusione della guerra di liberazione». Spini cita l'esempio di Firenze nell'agosto '44: «Gli alleati erano arrivati in città con liste di nomi per le cariche pubbliche, in cui si attingeva prevalentemente ad esponenti dell'aristocrazia locale. Ma gli alleati, quando passarono l'Arno e presero il controllo della città, già liberata dai partigiani, rinfoderarono queste liste perché le nomine effettuate dal Comitato toscano di Liberazione Nazionale, allora presieduto dallo storico dell'arte Carlo Ludovico Ragghianti, avevano dato prova di efficienza, di serietà, di rappresentatività. Con il loro caratteristico pragmatismo anglosassone, gli alleati si adeguarono, le riconobbero». Il ministro aggiunge che «il caso di Firenze diventò emblematico e influenzò non poco l'atteggiamento alleato nella successiva primavera del 1945 nel Nord Italia». Sulla catastrofe dell'8 settembre è intervenuto lo storico britannico Richard Lamb, accusando il suo connazionale Anthony Eden, allora capo del Foreign Office. «Eden - ha detto Lamb - nutriva un odio mortale per l'Italia dal 1935, quando Mussolini respinse con disprezzo un suo piano di compromesso per l'Abissinia. Tra il '42 e il '43 fece fallire parecchie aperture di pace da parte dell'Italia insistendo in modo troppo intransigente per la resa incondizionata». [Ansa]

Luoghi citati: Abissinia, Firenze, Italia, Nord Italia, Roma