Economista e politico

Giorno per giorno, la trasformazione in «uomo pubblico» Giorno per giorno, la trasformazione in «uomo pubblico» Economista e politico DOPO l'8 settembre e la conseguente occupazione nazifascista del Centro-Nord, Luigi Einaudi, che alla caduta della dittatura era stato nominato rettore dell'Università di Torino, attraversò le Alpi in compagnia della moglie Ida e riparò in Svizzera. Fece rientro, con altri esuli, il 10 dicembre '44; il 2 gennaio '45 il governo Bonomi, con Togliatti vicepresidente, De Gasperi agli Esteri e Soleri al Tesoro, lo nominò governatore della Banca d'Italia. A poco più di 70 anni, mentre il Paese, ancora diviso in due, preparava le condizioni del passaggio a una vita democratica, l'economista si trasformava in uomo pubblico: governatore; deputato alla Costituente; vicepresidente del Consiglio e ministro del Bilancio dal maggio 1947, dopo che le sinistre furono costrette all'opposizione, al maggio 1948, quando fu eletto Presidente della Repubblica. Fin dai 15 mesi trascorsi in Svizzera Einaudi aveva cominciato ad annotare riflessioni personali su larghi fogli. Rientrato in Italia, aveva continuato a scrivere, concludendo il 20 dicembre '44: «Dovrei continuare il diario ogni sera per ricordare le cose che si sentono». A tale proposito fu fedele dal 17 gennaio 1945 - due giorni dopo l'insediamento in via Nazionale - al 16 marzo 1947, alla vigilia cioè del periodo in cui più intensamente fu impegnato nella direzione della politica economica del Paese. Anche se, a partire dal 1946 assume un andamento irregolare e discontinuo, il Diario 1945-47 costituisce tuttavia un documento di straordinario interesse. Oltre a riconsegnarci la ricchezza dell'o¬ pera di Einaudi ci fornisce preziose informazioni ed inediti giudizi su uomini dell'antifascismo e revenants liberali, sugli accademici, sugli esponenti dell'impresa, della finanza, delle banche e dell'informazione; su questioni cruciali come l'indirizzo da imprimere alla ricostruzione, l'epurazione, la titolarità del comando delle fabbriche. Con pari attenzione egli registrava le condizioni materiali di vita, le variazioni dei prezzi in una fase di crescente inflazione, le difficoltà degli approvvigionamenti di beni di prima necessità e di materie prime. Riservava inoltre una cura privilegiata all'attività agricola, compiendo con frequenza settimanale visite a tenute nelle campagne romane e laziali. Il diario, in generale, consente una più attenta puntualizzazione della visione che i! principale economista italiano, divenuto uomo pubblico, coltivava sulla ricostruzione politica, economica, sociale, culturale e civile del Paese a conclusione del ventennio contrassegnato dalla dittatura fascista. Emergono la sua diffidenza e l'ostilità nei confronti dei comunisti e degli azionisti, anche se, in quest'ultimo caso, non vi furono ostacoli alla collaborazione con taluni esponenti (Rossi-Doria, Ernesto Rossi, La Malfa) a lui più congeniali. Per contro, comprese fin dal suo rientro in Italia la centralità del partito cattolico, il quale disponeva di quella forza organizzativa nel Paese necessaria per contendere ai comunisti la transizione ed evitare così approdi avvertiti come dolorosi e radicali. Paolo Soddu

Persone citate: Bonomi, De Gasperi, Einaudi, Ernesto Rossi, La Malfa, Luigi Einaudi, Paolo Soddu, Rossi-doria, Soleri, Togliatti

Luoghi citati: Italia, Svizzera, Svizzera Einaudi