«Devi ubbidirmi» e la picchia a sangue

L'episodio un mese fa, l'uomo è in carcere: la bambina aveva raccontato ai vicini che malmenava la moglie L'episodio un mese fa, l'uomo è in carcere: la bambina aveva raccontato ai vicini che malmenava la moglie «Devi ubbidirmi», e la picchia a sangue Marocchina undicenne pestata dal padre con una sbarra di ferro MILANO DALLA REDAZIONE Noura Bachir, undici anni, marocchina. E vittima di una storia terribile: picchiata a sangue, per ore, dal padre Nabih con una chiave a stella, una di quelle che servono a cambiar le ruote; sveglia, per una notte intera, all'addiaccio nella campagna pavese mentre il padre vieta alla madre di chiedere aiuto per la figlia sanguinante; da un mese abbondante curata prima a Cernusco sul Naviglio, all'ospedale di Niguarda a Milano poi. Sempre con l'incubo di quella notte di fine luglio. Allora, infatti, il padre Nabih, marocchino, 32 anni, ufficialmente domiciliato a Filighera in provincia di Pavia ma, in pratica, senza fissa dimora, decide di farla pagare alla figlia chiacchierona. Già, perché la storia che ha portato da ieri Nabih Bachir in carcere con l'accusa di maltrattamenti comincia così, da una banale confidenza della bambina. Lei, aveva commesso una grave colpa, agli occhi del genitore: confidare ad un vicino di casa, pochi giorni prima, che il padre (già diffidato per furto, privo ormai del permesso di soggiorno in Italia) spesso e volentieri picchiava la moglie. Scatta, a quel punto, la punizione per la figlia Noura. Lei, assieme alla madre (nome, per ora, riservato) e alla sorellina Daniela di sette anni, viene cari¬ cata su una macchina dal padre. In aperta campagna Nabih spegne il motore e inizia la sua esecuzione sommaria: ore e ore di botte a freddo eppoi la notte all'addiaccio con la figlia, constateranno al mattino al pronto soccorso di Cernusco, ridotta in fin di vita. Solo il mattino successivo, il 27 luglio, la bambina viene lasciata in ospedale: costole rotte, altre fratture multiple, tante contusioni qua e là sul corpicino. Il padre, prima di eclissarsi, parla confusamente di un incidente sul motorino. I medici non ci credono ma la bambina tace. Scatta, comunque la denuncia per maltrattamenti anche se i carabinieri non riescono a rintracciare il marocchino, scappato per evitare un possibile arresto. Passa un mese, Noura è a Niguarda, ancora in cura. Del padre, ricercato, nemmeno l'ombra fino ad un mattino, quello del 25 agosto, in cui Nabih (preoccupato per la denuncia) si presenta nei corridoi di Niguarda assieme alla sorellina Daniela. E proprio Daniela, in lacrime, racconta a Noura che il padre ha picchiato ancora una volta la madre che è scappata pochi giorni prima. Esplode, a quel punto, la disperazione di Noura che, dopo una scena isterica, racconnta finalmente la verità su quelle ferite misteriose. Compare, a completare il quadro di disperazione, pure la madre: arriva a Niguarda da San Giuliano Milanese. Racconta di aver raggiunto a piedi Niguarda (decine di chilometri di distanza) per riabbracciare la figlia affidata, assieme alla sorellina, a un istituto per l'infanzia. I carabinieri, infine, raggiungono e arrestano Nabih Bachir in una cascina abitata da extracomunitari. L'incubo di Noura, forse, sta per finire.

Luoghi citati: Cernusco Sul Naviglio, Filighera, Italia, Milano, Pavia, San Giuliano Milanese