«Rabin il popolo è con te»

«Robin, il popolo è con te» «Robin, il popolo è con te» Grande manifestazione a Tel Aviv Sharon: la pace non ci vincola TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Decine di migliaia di israeliani 150 mila, secondo gli organizzatori, 50 mila secondo la polizia hanno gremito ieri la Piazza dei Re di Israele a Tel Aviv per dire «sì» al riconoscimento dell'Olp da parte di Israele e «sì» agli accordi per l'autonomia palestinese a Gaza a e Gerico. La manifestazione - organizzata dal partito laburista e dal movimento «Pace adesso» - si è svolta pacificamente, ma in un clima di vivo confronto politico con la destra, dopo che alcuni esponenti del «Likud» hanno avvertito ieri di non sentirsi vincolati da eventuali accordi di pace firmati da Israele con i palestinesi, che - a loro giudizio - mettono a 'repentaglio Ta sicurezza dello Stato ebraico. La dimostrazione - una delle più imponenti organizzate dai pacifisti negli ultimi anni - è stata quindi anche un'occasione per respingere gli attacchi del Likud alla «legittimità» del governo di Yitzhak Rabin. «C'è gente che sogna Gaza», ha detto il ministro dell'edilizia Benyamin Ben Eliezer, laburista, stretto collaboratore di Rabin. «La verità è che la nostra sicurezza non risiede tra i vicoli di Gaza, ma in una economia migliore, in una società più giusta». «Dobbiamo andarcene da Gaza ha aggiunto, tra gli applausi scroscianti della folla - dalle sue fogne e dai suoi campi profughi. Tanto prima, tanto meglio». A tratti, la dimostrazione politica si è trasformata in una «kermesse».'Gruppi di giovani si so¬ no tuffati nella piscina antistante il municipio, spruzzandosi felicemente nella tiepida serata estiva e hanno scandito slogan di sostegno al governo: «Rabin, il popolo è con te», «Abbiamo il potere di scegliere la pace». Nel pubblico era palpabile la commozione. «Dopo tante manifestazioni di protesta, finalmente ima dimostrazione a favore di qualcosa», ha detto uno dei leader di «Pace Adesso». E un deputato del «Meretz», sinistra sionista, si è gettato nelle braccia del segretario del partito laburista, Nissim Zvilli, riuscendo solo a balbettare: «Che serata ! Che serata !». Accanto a loro, assistevano alla scena il pacifista Uri Avnery - uno dei pionieri del dialogo tra Israele e l'Olp - e il sindaco di Tel Aviv, Shlomo Lahat, esponente del likud. Secondo Lahat, molti simpatizzanti del Likud sono disposti a dare credito adesso al governo Rabin. «Ci si può fidare di Arafat ?», gli è stato chiesto. «Sì», ha risposto il sindaco. Ma dal Likud sono giunte ieri voci molto critiche sull'accordo raggiunto con l'Olp dal governo laburista. «Arafat è uh criminale di guerra», ha detto Ariel Sharon, esponente dei «falchi» del partito. «Invece che edificargli palazzi a Gaza o a Gerico, bisognerebbe preparargli una gabbia di vetro a Gerusalemme», analoga a quella entro la quale, nel 1961, il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann ascoltò le deposizioni dei superstiti dell'Olocausto nei suoi confronti. Sharon è anche andato oltre: se il Likud tornerà al potere, ha detto, che nessuno si aspetti che aderisca alle clausole fissate in accordi che il partito respinge, «perché mettono in pericolo l'esistenza del Paese». Per il partito laburista queste dichiarazioni sono gravissime: «E' quasi un'incitazione alla rivolta», ha affermato Ben Eliezer. E la sera, in piazza, tutti gli oratori hanno toccato lo stesso tasto: se la maggioranza del governo Rabin è abbastanza buona per decidere una guerra, deve essere altrettanto buona per fare - finalmente - la pace. Eseguito l'inno nazionale, i dimostranti hanno poi abbandonato la piazza, tra balli e canti. AldoBaquis