«Borsano ha usato il Toro per finanziare la Gima» di Alberto Gaino

«Borsano ha usato il Toro per finanziare la Gima» La richiesta di autorizzazione a procedere «Borsano ha usato il Toro per finanziare la Gima» «Le indicazioni sinora analizzate descrivono la strumentalizzazione della gestione del Torino Calcio per la soluzione degli assillanti problemi finanziari delle società di Borsano». Lo scrive il sostituto procuratore Gian Giacomo Sandrelli nelle quattro pagine di motivazione della richiesta di autorizzazione a procedere - inviata alla Camera il 16 luglio scorso - nei confronti del parlamentare, ex presidente del club granata. Ieri la documentazione è stata resa pubblica. Il magistrato si è avvalso di una prima perizia sui conti economici della società di calcio, in particolare sul bilancio chiuso il 30 giugno 1992, per formulare l'accusa che il deputato eletto nella lista del psi abbia drenato ingenti risorse dall'amministrazione del Torino a vantaggio dell'ex Gima spa e delle altre società della sua holding finanziaria, oggi in gran parte sottoposta a procedura di concordato preventivo presso il tribunale di Acqui Terme. I reati contestati sono: false comunicazioni ed illegale ripartizione di utili; appropriazione indebita e fatturazioni per operazioni inesistenti. Sono indicate anche alcune aggravanti per i danni subiti dal Torino. Fondi stornati in favore della Gima. Il dottor Sandrelli fa riferimento ad una «convenzione» attraverso cui «oneri e contributi maturati nel corso del rapporto di lavoro fra Cesare Lanza (ex direttore della Gazzetta del Piemonte di Borsano) e la Gima Edizioni Srl (società editrice del quotidiano fallito) venivano trasferiti alla società calcistica». Si tratta di 227 milioni e rotti pagati a Lanza e scaricati sul conto economico del Torino. Nella documentazione si elencano altre somme: 830 milioni versati alla Gima Spa per cui si è dato «vita ad attività di prestito non ammessa dall'oggetto sociale del Torino Calcio verso il gruppo» dell'ingegner Borsano. Una buona parte di questa somma è stata ritenuta un «indebito anticipo» sulle scadenze convenute a favore della Gima Costruzioni, cui l'ex presidente granata aveva affidato la realizzazione di «Torinello», lo strombazzato centro sportivo di Borgaro appena abbozzato e abbandonato in un mare di debiti. Sono in corso altri accerta¬ menti affidati alla Guardia di Finanza e ad una seconda consulenza amministrativa del professor Cerri. Con la prima perizia è emerso anche «il forte sospetto, avvalorato dalle irragionevoli appostazioni contabili e dalla mancata spiegazione dei funzionari» che alcune voci di bilancio siano il «frutto di operazione di comodo attuata con Gima Spa». L'interesse del professor Cerri è stato attratto da un assegno di quasi 900 milioni emesso il giorno della chiusura del bilancio e intestato ad un conto Gima «senza un reale supporto economico». Un assegno a vuoto? Il dottor Sandrelli scrive che si è agito «fraudolentemente, al fine di dimostrare risorse liquide, in realtà non disponibili». In altre parole, si sarebbe giunti alla sottostima di costi e all'«espansione fittizia di ricavi» al fine di presentare una situazione di bilancio «più florida del reale e pregiudizievole per terzi e finanziatori della società». Caso Palestra. La vendita al Venezia - in due rate di 570 milioni - del calciatore «fantasma» Alessandro Palestra avrebbe comportato, secondo il sostituto procuratore, la falsa dichiarazione di un credito. Conseguenza: si è giunti «indebitamente ad occultare minori ricavi nel conto economico» per un miliardo e 66 milioni e «maggiori costi» per 73 milioni. L'operazione sarebbe stata effettuata per «occultare i rapporti finanziari effettivi» stretti fra Torino e Venezia in occasione della cessione alla società lagunare del centrocampista Romano. Il dottor Sandrelli precisa che la prova dell'illecito è stata «confortata dalle risultanze dell'Ufficio Indagini della Federazione italiana gioco calcio». E aggiunge che la «condotta simulatoria ha comportato (anche da parte di chi succedette alla gestione Borsano) l'emissione di fatture per causali e soggetti difformi dal reale». In questo passo emerge il riferimento al notaio Goveani, nuovo presidente del Torino. «Vi sono indagini - scrive il sostituto procuratore a questo riguardo volte ad accertare le singole responsabilità». Goveani ha ripetuto ieri sera di non essere preoccupato per l'inchiesta sulla sua gestione e, sul punto specifico dell'acquisto del club granata, di «aver fornito già cinque mesi fa tutti gli elementi necessari». Ingaggio Scifo. Nella documentazione pervenuta alla Camera c'è un cenno anche a costi per 304 milioni dovuti alle prestazioni dei giocatori Scifo e Sinigallia e dei quali si è omessa l'indicazione nei conti economici. Dettagli, tutto sommato, rispetto alla prospettiva di nuove indagini. Un altro «fronte» è stato appena scoperto con le cessioni fittizie dei calciatori Vogna (al Genoa per un miliardo e cento milioni) e Pastorini (al Cosenza per 400 milioni). Alberto Gaino Il pm Sandrelli motiva in quattro pagine le accuse all'ex presidente granata e deputato socialista L'ex presidente del Toro, Gian Mauro Borsano (a fianco) e l'attuale Roberto Goveani (sotto)

Luoghi citati: Acqui Terme, Borgaro, Torino, Venezia