Un carcere per don Piero di Ezio Mascarino

30 Arriva da Carignano il nuovo cappellano delle Vallette Un carcere per don Piero Padre Ruggero se ne va a 82 anni Cala la carta e batte un pugno sul tavolo: «Settebello e scopa». Ride nonno Bruno. Sorridono anche gli altri pensionati seduti all'ombra di un muro del cortile del «Teatro Alfieri», dietro la chiesa di San Giovanni, nel cuore di Carignano. Nonno Bruno racconta: «Vede tutto questo? Lo ha fatto lui, don Piero, il nostro parroco. E' bravo e per questo ce lo portano via». Don Piero Stavarengo, 55 anni, da nove parroco in quel paese al confine con il Cuneese, è stato proposto dalla Curia quale successore di padre Ruggero. Il cappellano delle Nuove e delle Vallette, una delle figure più amate dai torinesi avrà 82 anni a dicembre. E andrà in pensione. Una decisione non facile che, sebbene in qualche modo già annunciata, ha suscitato malumore tra i detenuti delle Vallete: «Molto dobbiamo a padre Ruggero, perché adesso ce lo mandano via?». Padre Emanuele Battagliotti, superiore dei francescani di Sant'Antonio da Padova, il convento del cappellano delle carceri, dice che è sua la richiesta «che padre Ruggero sia dispensato dalla sua missione. Ha quasi 82 anni, da mezzo secolo è dietro quelle sbarre. E' stanco, non sta bene». Lo scorso anno, di questi giorni, era trapelata la notizia che padre Ruggero sarebbe presto stato dispensato dalla sua missione. I detenuti delle Vallette e delle Nuove presero carta e matita e scrissero all'arcivescovo Saldarini: «Reverendo Monsignore...». Una copia l'avevano mandata a La Stampa perché fosse pubblicata. Con parole semplici raccontarono la loro amarezza per quella decisione che sembrava imminente: «Siamo trattati da molte istituzioni come uomini senza diritti di parole. Almeno lei ci ascolti». Sotto, mille e più firme. I nomi di tutti i detenuti. Anche qualche croce, vergata con la mano incerta accanto ad un cognome scritto in stampatello dal compagno di cella. Il gesto commosse tutti e testimoniò, se ancora ce ne fosse stato bisogno, il grande lavoro svolto da padre Ruggero tra i detenuti, «vite sospese» in attesa di giudizio o della fine di una condanna. Cinquant'anni dietro le sbarre: dagli anni feroci della guerra, al terrorismo, fianco a fianco con malavitosi che hanno fatto cronaca, uccidendo, ferendo, rapinando. Lo scorso anno i detenuti scrissero «Monsignor Saldarini, non ci porti via chi ci vuole bene». Forse quella petizione fece «slittare» la decisione di pensionamento di padre Ruggero. «Mesi fa la Curia ci ha nuovamente chiesto - racconta il padre provinciale dei francescani - di indicare un successore a padre Ruggero». Parla sottovoce: ««Ma non ho più nessuno. Anche il nostro ordine conosce un momento di crisi di vocazioni. Siamo 110 confratelli in tutta la provincia, con 15 case. In questi ultimi due anni ne ho do¬ vuto chiudere cinque. Abbiamo lasciato anche il convento santuario di Crea. L'età media dei confratelli è sui 65 anni, con punte di 91 anni. Per questo ho risposto all'arcivescovo di cercare lui qualcuno, che non avevo nessuno che potesse continuare il cammino di padre Ruggero». La scelta del Cardinale è caduta su quel prete di campagna. Capace, assicura l'attuale suo viceparroco, «di infondere calore in chi soffre, di far sorridere chi piange». Don Piero, sta trascorrendo questi ultimi giorni in quel di Carignano andando a visitare gli ammalati. Ieri ha pranzato con la famiglia di un bambino poliomielitico; è stata come una festa, per trovare tutti assieme la forza del coraggio. Lunedì, dice un infermiere dell'ospedale, ha trascorso l'intero giorno con anziani e ammalati: «Li conosce uno per uno, li chiama per nome, conosce di tutti la storia». E don Angelo, viceparroco di San Giovanni, mentre finisce di mangiar la salsiccia preparata da Teresa, la fedele perpetua, racconta che la grande forza di don Piero è proprio in questo suo «sapersi calare nei problemi di tutti e di far sue paure ed ansie di ciascuno». Sul muro del cortile del teatro Alfieri, dove don Piero ha voluto un centro ricreativo per anziani con campo bocce e sala giochi, affiora ancora l'antica scritta «Vinceremo». Nonno Bruno e gli altri pensionati la guardano: «Stiamo raccogliendo le firme, il parroco resterà con noi». Parole che rivelano grande affetto. Ma che non fermeranno quanto è stato deciso. Don Stavarengo ha scelto il silenzio. Ma per lui parla la fedele perpetua: «Sì, ce lo portano via. Ma me ne vado via anche io». Testimoniano affetto e amore le firme che si raccolgono per le strade di Carignano: «Don Piero, resta con noi». Ezio Mascarino Il nuovo prete dei detenuti ha 55 anni: i parrocchiani non lo vogliono lasciare andar via Padre Ruggero Cipolla va in pensione dopo 50 anni Prende il suo posto (a destra) don Piero Stavarengo, 55 anni, che arriva da Carignano

Persone citate: Emanuele Battagliotti, Piero Padre Ruggero, Piero Stavarengo, Ruggero Cipolla, Saldarini

Luoghi citati: Carignano, Padova