Assedio 1706 bombe alla Consolata
Domani solenne sfilata in armi e divise d'epoca dinanzi al Santuario che fu bastione spirituale della città Domani solenne sfilata in armi e divise d'epoca dinanzi al Santuario che fu bastione spirituale della città Assedio 1706, bombe alla Consolata Igiorni della lotta nel diario di un testimone Domani la città festeggia i 287 anni della liberazione dall'assedio dei francesi, vinti sotto le mura di Torino il 6-7 settembre 1706 dal principe Eugenio di Savoia e da Vittorio Amedeo II. Il gruppo storico Pietro Micca, guidato dal generale Guido Amoretti, alle 11 celebrerà il cambio della guardia dinanzi a Palazzo civico. Alle 17,30 saranno resi gli onori al monumento di Pietro Micca, di fronte al maschio della Cittadella. Mezzora dopo il gruppo sfilerà in corso Siccardi e in via della Consolata. Qui il «Drapò», la bandiera da battaglia piemontese, renderà omaggio al santuario della Consolata, dove ancora oggi un cippo votivo, posto nel 1706, ricorda l'assedio. Il corteo raggiungerà poi via Garibaldi e alle 18 si schiererà davanti al Municipio, dove saranno resi gli onori alla statua del principe Eugenio posta all'ingresso. La cerimonia alla Consolata, che quest'anno arricchisce la tradizionale celebrazione, è il recupero di una più antica tradizione. Fu lo stesso Vittorio Amedeo II che, dopo la vittoria, volle che ogni anno dal 30 agosto al 7 settembre si celebrasse alla Consolata una novena per ricordare la liberazione di Torino. Il re riteneva che il santuario durante la lotta fosse stato «bastione spirituale a difesa della città». Di fatto la cupola della Consolata venne compiuta poco prima del conflitto, come ricorda Francesco Ludovico Soleri, autore di un diario storico dal 1682 al 1721: «Nel principio del mese d'aprile del 1703 - scrive - si è incominciata la copolla della Cappella della Vergine Santissima della Consolata», terminata alle «hore 21 circa del 27 settembre». Ma tamburi e baionette erano già pronti allo scontro: «Il 3 ottobre Sua Altezza Reale dichiara guerra alla Francia». In tre anni di lotta i francesi giungono alle mura di Torino. Il 15 maggio 1706 Soleri annota: «Si è cominciato a sparare tre colpi di canone da libbre trentadue di palla dal Bastione della Consolata contro li Francesi». Il 2 giugno aggiunge: «Per implorare l'aiuto della Vergine della Consolata si è dato principio a una novena con sontuoso apparato». Una seconda novena l'I 1 giugno: «Et era sì numeroso il concorso dei torinesi e che non potendo più capire in quell'ampia cappella molti se ne restavano fuori dalla porta». La notte del 25 giugno una bomba nemica scoppia nel giardino del santuario, «senza causare veruno danno». Alle 16 del 1° luglio una cannonata colpisce la cappella della Consolata, ma non esplode ((per gratia della Vergine». Tre salve di moschetteria il 2 luglio salutano i funerali del capitano Goveano, caduto in combattimento e sepolto al santuario. «Li 30 luglio li nostri hanno messo al Bastione della Con- solata ima batteria da 5 pezzi con la quale li Francesi sono stati molto travagliati». Il 7 settembre i Comandanti della città salgono sul Bastione Consolata. «Con gran cannocchiale d'Inghilterra ammirano l'esercito collegato sotto il comando di Sua Altezza Reale e del Serenissimo Principe Eugenio mentre s'avanza in ordine di battaglia dalla Venaria». «Oggi, vigilia della natività della Vergile, doppo 3 mesi e 27 giorni d'assedio, doppo 3 mesi e 5 giorni di trinchiere, doppo 3 mesi che questa fortezza ha sofferto le bombarde francesi, doppo 2 mesi e 22 giorni che habbiamo sentiti li tormenti de' canoni loro, per Grazia di Dio e protettione di Maria siamo liberi». Maurizio Lupo Sarà il Gruppo Pietro Micca a rendere gli onori militari
Persone citate: Francesco Ludovico Soleri, Guido Amoretti, Maurizio Lupo, Pietro Micca, Soleri, Vittorio Amedeo Ii
Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Torino, Venaria
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