L'Europa dirà se è Grand'Italia di Giorgio Barberis

Delusi dall'Olimpiade, gli azzurri del volley cercano riscatto in Finlandia Delusi dall'Olimpiade, gli azzurri del volley cercano riscatto in Finlandia VEuropa dirà se è CraiuPItalia Subito la forte Bulgaria OULU DAL NOSTRO INVIATO Bruscamente ridimensionata nelle proprie possibilità economiche dopo l'anomalo boom di quattro estati fa, quando l'interesse di qualche Paperone (Berlusconi e Gardini in testa) quadruplicò costi e ingaggi dei giocatori, la pallavolo si affida nuovamente alla Nazionale, da oggi impegnata negli Europei, per rilanciare un'immagine offuscata dal 5° posto di Barcellona, dopo che il trionfo europeo dell'89 e quello mondiale del '90 l'avevano portata alle stelle. E se altri successi sono arrivati attraverso la World League e le imprese dei club, il proliferare di manifestazioni ne ha svilito il significato: soltanto la rassegna iridata e quella continentale sono in grado di sensibilizzare anche lo spettatore meno attento. Julio Velasco, l'uomo vincente, il re Mida del volley, analizza con la consueta lucidità l'apparente stasi che la pallavolo italiana sta vivendo, dopo i giorni della grande crescita. «Questo è il momento di consolidare le posizioni raggiunte sostiene - perché il presente non consente molto di più. Il boom è venuto sfruttando gli spazi liberi, conquistando soprattutto il pubblico femminile e approfittando delle difficoltà di qualche altra disciplina. Eravamo in pochi a credere, nel 1989, che l'Italia potesse inserirsi tra le prime quattro nazioni al mondo ma oggi, essere tra le prime tre, come testimonia il risultato dell'ultima World League vinta dal Brasile sulla Russia, sembra non bastare più». In effetti, se si esclude l'O- limpiade di Barcellona con quel disgraziato tie-break perso 1716 contro l'Olanda, gli azzurri da cinque stagioni non mancano un podio. «Quello che mi sforzo di far capire - prosegue Velasco - è che a volte, come ben spiegò Zorzi al cubano Despaigne dopo la finale iridata, si può non essere i migliori ma essere i campioni. Ecco, noi non ci riteniamo i migliori, non lo abbiamo mai pensato, ma non vogliamo nemmeno che si facciano paragoni assurdi. Ho sempre rifiutato con tutte le mie forze la mentalità calcistica di considerare unicamente il risultato. Vincere e perdere fa parte dello sport e va accettato». Anche per questo gli avversa¬ ri guardano all'Italia pallavolistica con grandissimo rispetto. «E noi - conclude il et azzurro - abbiamo la tranquillità di sapere che la cosa più importante è quello che abbiamo dentro. La squadra è concentrata, pronta. Sarà il campo, ora, a proporre la scala dei valori». L'esordio odierno contro la Bulgaria è subito al peperoncino, in grado di surriscaldare l'atmosfera finlandese dove sole e breve estate fanno già parte dei ricordi. I bulgari, si sa, nell'arco delle manifestazioni brillano per discontinuità di rendimento. Ma un punto fermo è la loro determinazione iniziale, di cui l'istrionico Ganev è il tipico esempio. Quindi agli azzurri è subito richiesta la massima concentrazione: un passo falso rimanderebbe la qualificazione alle semifinali al confronto con l'Olanda, terza incomoda del girone - Svezia, Cecoslovacchia e Francia, nell'ordine, non fanno così paura - e rischierebbe di proporre come prima avversaria a Turku la Russia, ovvero la rivale in assoluto più temuta. Lungo la strada che conduceva a questo Europeo, Velasco ha perduto prima il regista di riserva De Giorgi, comunque aggregato alla squadra nell'inedita veste di osservatore vista la sua grandissima carica umana, quindi Bernardi. E si ritrova adesso con tre soli uomini (Bracci, Cantagalli e Pippi) per il ruolo di ricevitore-schiacciatore. Se dovessero sorgere pro¬ blemi, sarà costretto a tentare soluzioni inedite. Per contro il et si ritrova con ben cinque centrali (Gardini e Giani i titolari, poi Galli, Gravina e Martinelli) che non dovrebbero fargli rimpiangere l'accantonamento di Lucchetta. «I titolari non sono soltanto sei» ricorda Velasco, probabilmente anche per tenere su di morale Zorzi, che un persistente dolore alla spalla destra relega in panchina. D'altronde Pasinato, impiegato per tutta l'estate come opposto, ha dimostrato che su di lui si può fare pieno affidamento e non fa grinze quindi il fatto che sia lui a partire nel sestetto-base. Giorgio Barberis Andrea Gardini sarà per la prima volta capitano degli azzurri di Velasco all'Europeo in terra finlandese