Scatena il Far West in paese poi la polizia lo ammazza di Giuliano Marchesini

Cronache Dramma a Verona: picchia la madre, spara a medici e infermieri che lo volevano portare in ospedale Scatena il Far West in paese poi la polizia lo ammazza VERONA DAL NOSTRO INVIATO Non voleva che lo portassero in ospedale. E' uscito di casa, nudo, impugnando due pistole, e ha fatto fuoco contro gli infermieri, i poliziotti, i carabinieri, i vicini e la gente che passava. Momenti di terrore. Fino a quando i proiettili sparati dalle forze dell'ordine lo hanno colpito in pieno, uccidendolo. Così s'è conclusa la mattinata di follia di Renato Ferrigato, 55 anni, di Begosso di Terrazzo, nella Bassa veronese. Dicono che pareva un uomo tranquillo. Ma da una ventina d'anni soffriva di depressioni, ed era passato per un paio di cliniche. Niente di grave: «Problemi seri non ne ha mai dati. Se ne stava per conto suo. Era un tipo strano, e basta». Renato Ferrigato viveva con la madre, Assunta, ottantenne. Suo padre, morto quindici anni fa, lasciò una quarantina di campi, che loro diedero in affitto. Lui, Renato, non lavorava. E la madre era quasi sempre intenta ad accudire quel figlio, così fragile di nervi, bisognoso di cure. In paese lui si faceva vedere poco: ogni mattina andava a comperare il giornale, all'edicola in centro, poi si fermava a prendere il pane. Qualche volta entrava in un bar, ma raramente parlava con qualcuno. Sembrava che stare in mezzo alla gente lo intimorisse. Renato Ferrigato rimaneva per ore rintanato in casa, senz'altra compagnia che quella della vecchia madre. A nessuno è venuto in mente che quell'uomo, spesso in balìa della crisi, potesse essere pericoloso, per sé e per gli altri. E nessuno ha pensato a non lasciargli a portata di mano i fucili da caccia e due pistole, una Magnum Special e una 7,65, che teneva in casa e pare fossero regolarmente denunciate. «Renato - dicevano - non ha mai fatto niente di male». Invece quest'uomo, definito «schivo ed educato», ha finito per ingaggiare un conflitto a fuoco, seminando il panico in una frazione, e ha chiuso in tragedia una lunga sofferenza. Ieri mattina Renato Ferriga-, to dev'essersi alzato in preda a una delle sue crisi. Forse da qualche giorno aveva trascurato di prendere i soliti psicofarmaci. Se l'è presa con la madre, che gli ripeteva: «Stai calmo, Renato, per carità». S'è avventato contro di lei, l'ha colpita al capo con una sedia. Poi ha devastato mezzo appartamento. Le grida, il trambusto: qualcuno ha avvertito una pattuglia della polizia stradale. E quando arrivano gli agen¬ ti, l'uomo non si fa stanare. Ci vuole l'intervento di un medico, occorre provvedere per un trattamento sanitario obbligatorio, per cui si telefona al pronto soccorso dell'ospedale. Gli infermieri si trovano di fronte a una furia: Renato Ferrigato li spinge sulla strada. Poi, completamente nudo, li insegue urlando, si ferma a raccogliere sassi e li scaglia contro l'ambulanza. Uno degli infermieri chiama la polizia, in pochi minuti arrivano anche i carabinieri. Ed è il dramma, il panico. Ferrigato è rientrato in casa, ora ne esce con le due pistole. Si mette a sparare in tutte le direzioni, prende di mira l'ambulanza, gli agenti e i carabinieri scesi dalle macchine per andare a prenderlo. Alcuni proiettili colpiscono i muri delle case intorno, altri finiscono dentro le cucine, i salotti. La gente cerca riparo, mentre le forze dell'ordine rispondono al fuoco. Renato Ferrigato è raggiunto da una pallottola a una gamba, getta un grido e s'accascia. Sembra finita qui. Poliziotti e carabinieri gli si fanno incontro. Ma lui ha un altro accesso di rabbia: riprende le pistole, si rialza e spara di nuovo. Stavolta la risposta è fulminante. La madre di Renato Ferrigato è stordita, percor¬ sa da un tremito. Viene portata in ospedale: non è grave. Quando si riprende, ancora non le dicono che per suo figlio non c'è più niente da fare. Sulla strada resta la gente del paese. Qualcuno dei vicini di casa di Ferrigato è sotto choc. «I proiettili fischiavano da tutte le parti - dice uno -. Chi andava a pensare che Renato tenesse in casa due pistole?». Adesso ci sarà un'inchiesta, che è condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Angela Barbaglio. Forse si poteva fare qualcosa, per evitare questa tragedia. Giuliano Marchesini Dramma della follia ieri mattina in un piccolo centro veronese

Persone citate: Angela Barbaglio, Ferrigato, Renato Ferriga, Renato Ferrigato

Luoghi citati: Terrazzo, Verona