I rifiuti? Solo nei sacchi trasparenti e «firmati» di E. St.
I rifiuti? Solo nei sacchi trasparenti e «firmati» GIAPPONE «Indicate nome e cognome, e non sporcherete» I rifiuti? Solo nei sacchi trasparenti e «firmati» TOKYO. Che imbarazzo, scendere in strada a buttare via la spazzatura in un sacco trasparente. Davvero un'insolita glasnost, dover denunciare tutte le lordure di casa. E non basta: sul sacco dovranno essere indicate anche le generalità del proprietario. Spazzatura firmata. Eppure i giapponesi, disciplinati, non hanno neppure pensato di disobbedire. E' la fine del mistero delle pattumiere di Tokyo. Il buon vecchio sacco di plastica nera, solida, pratica e opaca dorme ormai nel dimenticatoio della storia dei sacchi da spazzatura giapponesi, dopo che i dieci milioni di abitanti di Tokyo sono stati pregati di gettare ordinatamente i loro rifiuti in appositi sacchi trasparenti. La municipalità, che appare profondamente toccata dalla nuova sensibilità ecologista e dalle proteste dei netturbini che si lamentano dei fogli di al¬ luminio, delle buste di plastica e di altri contenitori inadatti e di materie dannose alla salute, ha imposto, per agevolare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, l'uso obbligatorio del sacco solido, pratico ma traspa rente. E, scrive il quotidiano francese «Liberation», per essere ben certi di smascherare i contravventori che si ostinano a usare la prima anonima borsa a portata di mano, sul sacco trasparente ognuno dovrà seri vere «in modo leggibile» nome e indirizzo. Netturbini e ecologisti sono soddisfatti. Ma questa inedita versione della trasparenza ha generato due nuove categorie di scontenti. Da una parte, le casalinghe che rifiutano questo attentato indiscreto alla loro privacy. Dall'altra, i direttori dei supermercati, che si ritro vano con pile di sacchi neri «tradizionali» invenduti. [e. st.]
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