I vip Rai in guerra sull'austerity

Polemiche dopo la lettera dèi direttore a 50 big: autoriducetevi il cachet Polemiche dopo la lettera dèi direttore a 50 big: autoriducetevi il cachet I vip Rai in guerra sull'austerity Frizzi: vedere caso per caso; Baudo: approvo ROMA. Alla Rai è arrivato il tempo dei bei gesti e delle grandi rinunce, ma anche quello delle docce fredde e delle denunce pubbliche. Fabrizio Frizzi, raggiunto a Salsomaggiore dalla notizia della circolare Locatelli sui tagli di stipendio, fa già dei distinguo: «Sono disponibile a tutto, ma è necessario valutare caso per caso, verificare di persona. In queste questioni sono importanti i casi umani». Insomma non si può fare di tutta l'erba un fascio e Frizzi, legato all'azienda di Viale Mazzini da un contratto di tre anni che scadrà nel '95, sente il bisogno di precisare che il suo compenso rientra «in una fascia medio-alta», che dall'88 i suoi programmi sono garanzia di audience e che ogni caso va adeguatamente soppesato anche in relazione alla questione degli appalti Rai. «Tra i collaboratori esterni - fa notare l'eroe di "Scommettiamo che?" - ci sono persone brave e altre che lavorano perché qualcuno le ha piazzate in un determinato posto. L'importante è che siano elaborati criteri certi nella valutazione delle eventuali riduzioni e che a fare la differenza siano i risultati e i meriti professionali». Insieme con Frizzi circa 50 fra i personaggi più noti della tv di Stato hanno già ricevuto o riceveranno nei prossimi giorni la missiva di Locatelli nella quale viene «prospettata l'opportunità» di una autoriduzione del cachet del 20% per contribuire a risanare la difficile situazione finanziaria in cui versa il servizio pubblico. Stesa in base alle indicazioni del consiglio d'amministrazione, la lettera contiene anche un appello al contenimento delle richieste per i contratti futuri, quelli che verranno stipulati nei prossimi mesi. Naturalmente per il momento i conti vengono fatti sugli accordi già in atto, per quei «contrattiquadro» che riguardano personaggi legati in esclusiva alla Rai da rapporti lunghi vari anni. Sono questi i casi dove si vuole intervenire subito, e la lista è lunga: da Milly Carlucci a Enza Sampò, da Magalli a Sabani, da Livia Azzariti all'autore Michele Guardi che ha dichiarato: «Non ho nulla da ridire su una riduzione generale dei compensi nella tv pubblica». Il provvedimento è parte di un'ampia campagna di contenimento dei costi che riguarderà anche i contratti per la fiction e la collaborazione con strutture esterne alla Rai. In questa campagna rientrano anche le recenti decisioni del presidente Demattè di rinunciare alla sua «indennità di carica» e del direttore generale Locatelli di autoridursi lo stipendio del 20 per cento. Anche i consiglieri d'am- ministrazione della Rai avevano stabilito di rinunciare all'aumento della loro indennità. Ma nell'azienda di Viale Mazzini c'è anche chi batte cassa, e lo fa pubblicamente. Proprio ieri mattina l'attore Adalberto Maria Merli, intervenuto alla presentazione del film «Gioco perverso» di cui è interprete, ha dichiarato: «Non sono stato "saldato" dai produttori esecutivi e mi stupisce che la Rai mandi in onda il film senza avermi fatto firmare prima la liberatoria. Si parla tanto di trasparenza, ma forse la tv di Stato farebbe meglio a informarsi sulle persone cui affida in appalto le produzioni». Il produttore chiamato in causa, Roberto Cicutto, ribatte seccamente: «Questa vicenda è chiusa da un anno, se Merli pensava di poter vantare dei diritti poteva farlo attraverso un'azione legale che però non è mai stata avviata». Nell'intricata disputa contrattuale si fa riferimento al doppio ruolo di Merli, attore e direttore del doppiaggio, ma l'interprete di «Gioco perverso» insiste: «Ho detto e ripeto che non è stato completato il pagamento della mia prestazione d'attore, e in più c'è la mancata firma della liberatoria che serve ad un artista per tutelare il proprio lavoro. Farò causa al direttore di Raidue Sodano che è responsabile di questi fatti». [f. e]

Luoghi citati: Roma