In carcere Curtò choc a Milano di S. MarzollaM. Tropeano

Il magistrato accusato di corruzione per la tangente Enimont di 320 milioni Il magistrato accusato di corruzione per la tangente Enimont di 320 milioni In carcere Curio, choc a Milano Como: «E' una sconfitta per la giustizia» MILANO. Milano è sotto choc. Il presidente vicario del Tribunale, Diego Curtò, è finito in carcere con l'accusa di corruzione per una tangente di 320 milioni di lire relativa alla custodia giudiziaria delle azioni Enimont. Sulla vicenda sono in corso due indagini, quella giudiziaria, condotta dai giudici di Brescia, e quella amministrativa, degli ispettori del ministero. Saranno passati al setaccio tutti gli atti compiuti dal giudice Curtò. Nomine di periti e consulenti, affidamento dei processi, sequestri di beni e azioni, decisioni, sentenze: insomma tutto quanto Curtò ha fatto da quando a Milano è diventato presidente della prima sezione civile. Durissima la reazione del ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Conso: «Questo arresto è una sconfitta per la magistratura, ma ciò significa anche che la legge è uguale per tutti, e che la giustizia deve fare il suo corso». Il Guardasigilli ha anche chiesto per Diego Curtò la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio. G. Cerniti, S. Marzolla, F. Potetti e M. Tropeano ALLE PAGINE 2 E 3

Persone citate: Curtò, Diego Curtò, Giovanni Conso

Luoghi citati: Brescia, Como, Milano