Baresi contro le novità di M. A.
Baresi contro le novità Baresi contro le novità «Insufficienti tre centrocampisti» Albertini: così non si fa pressing FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO «Non è vero che questa Nazionale è un cantiere sempre aperto». Per confortarci in questa certezza, che smentisce le apparenze, l'Arrigo snocciola gli otto punti fermi che ha fissato fin qui: Pagliuca, Albertini, Baresi, Maldini, i due Baggio, Signori e, udite, Casiraghi, che va considerato quindi come un titolare fisso, infortuni e squalifiche a parte. Il problema, tuttavia, rimane per le tre caselle vuote. A quella dello stopper ci pensa Vierchowod. Ma le altre? Nel buco di centrocampo prende corpo la candidatura di Eranio (e in Estonia, dove non ci sarà Dino Baggio, l'altra pedina potrebbe essere Evani), come terzino destro si delinea quasi ineluttabile il sacrificio di Maldini. Con Fortunato a sinistra. Sacchi tiene il progetto a bagnomaria. «Finora - dice - so di avere il miglior terzino del mondo, Maldini, ma non sono sicuro che Fortunato sia più di una semplice speranza». Il et vorrebbe tuttavia accelerare i tempi. Se i medici gli daranno il permesso, manderà in campo lo juventino addirittura oggi per un tempo contro la Rondinella. Immaginiamo cosa penserà il Trap, atterrito dall'idea che Fortunato comprometta la salute della caviglia distorta domenica con la Cremonese. Il progetto-Maldini è comunque avviato. Il giocatore è d'accordo. «Da ragazzo - spiega - giocavo a destra e in quel ruolo ho esordito in serie A nel Milan. Poi sono passato dall'altra parte perché era l'unico posto disponibile, non sarebbe un problema ricambiare». Sarebbe diverso invece se Sacchi inseguisse quell'altro suo pallino di farne il futuro Baresi. «In mezzo alla difesa - ripete Maldini - mi mancano i punti di riferimento e ho un'altra visione di gioco. Non penso di esserci tagliato». Punto e stop. Lo spostamento a destra del terzino milanista avrebbe pure la benedizione dello stesso Baresi: «Può farcela, lui non è un manci: no naturale come Cabrini che spostato dalla sinistra sarebbe stato un pesce fuor d'acqua». Benissimo. Tutti d'accordo. Entusiasma un po' meno, invece, l'idea di togliere un uomo a centrocampo per schierare una punta in più. «Il 4-3-3 non è una novità con Sacchi - ricorda Baresi -. In fondo lo si faceva nei primi tempi al Milan, con Donadoni che arretrava in copertura. Ma Donadoni è un giocatore diverso da Roberto Baggio o da Savicevic. Che devo dirvi? Proviamo. Non ho preconcetti né sugli uomini né sui moduli. Certo il vecchio 4-4-2 è un modo di giocare che conosciamo a memoria». Baresi, del resto, è quello che sollevò i dubbi maggiori quando Capello volle adeguarsi alla nuova formula per fare spazio a Savicevic. «Tre centrocampisti soli devono lavorare moltissimo, se la squadra non li aiuta e non corre. Il campo rischia di diventare troppo largo per loro e in mezz'ora si sfiancano», aggiunge il capitano. Un concetto che è ripreso da Maldini. E da Evani, interessato alla propria salute, ora che non è più un ragazzino. Sacchi, che non ha risposto alle battute di Vialli («E' così simpatico e intelligente che può dire quello che vuole», è stato il commento), ci prova. «Ha detto che dopo il test ne parlerà con noi per valutare se si può fare - confida Albertini -. Questo è un fatto importante, può aiutarci a superare le difficoltà che consistono soprattutto nel fare pressing: in tre è dura e senza pressing questa squadra perde moltissimo della propria forza», [m. a.]
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