Baggio mette la marcia indietro
Oggi nella partitella, Sacchi riporta il bianconero alle spalle delle punte Oggi nella partitella, Sacchi riporta il bianconero alle spalle delle punte faggio mette la marcia indietro «Qui mi va bene perchè si fa la zona Nella Juve soltanto in casi estremi» FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Oggi, alle 16, contro la Rondinella, Roberto Baggio cambia pelle: non più attaccante o seconda punta, come aveva voluto Sacchi nell'importo in Nazionale due anni fa, ma rifinitore dietro a Simone e Casiraghi. Si dirà che è un film già visto. Ed è anche vero. Ricordate il Baggio, che s'affannava nella Juve lacerata di Maifredi? O quello che faceva dire al primo Trap: «Robi deve fare il regista: uno come lui deve giocare tanti palloni, non aspettare che glieli mandino»? Ebbene rieccolo. A sorpresa, diciamo pure, perché il Codino di punta era una delle certezze assolute che Sacchi aveva imposto alla Nazionale e anche alla Juve. E ora è proprio l'Arrigo a rilanciare le vecchie teorie del Trap, dopo che il Trap aveva sposato le sue. Certamente tra i due moduli resterà una differenza, perché nel Blue Team Baggio non farà strettamente il regista e ricorderà piuttosto il Savicevic di quest'ultimo Milan. Tuttavia è un'altra picconata all'intangibilità dei dogmi sacchiani, strettamente legata a quell'altra sulla formula che passa dal 4-4-2 al 4-3-3. «Nella mia gestione ci sono due partite simbolo: quella con l'Olanda e quella con il Portogallo - si giustifica il et -. L'una giocata con un modulo, l'altra con un altro. Bisogna saper fare di tutto». Ma a Rotterdam, quella sera, Baggio aveva al fianco Vialli e Lentini, che hanno caratteristiche molto diverse da Simone e Casiraghi (possibile coppia d'attacco per il 22 a Tallinn con l'Estonia). In parole povere, questa volta l'uomo che dovrà ripiegare in aiuto al centrocampo sarà soltanto lui, il Codino. Un sacrificio? Sì, però l'idea non scuote la serenità dello juventino. La riconoscenza che Baggio prova per Sacchi è troppo grande per portarlo alla polemica e se anche sbattesse contro gli stessi problemi che fanno imbestialire Savicevic nel Milan, non lo direbbe. «Stiamo provando una soluzione utile per determi¬ nate partite - spiega -. La cosa migliore è disporre di più soluzioni in difesa e in attacco per sorprendere gli avversari, che ormai ci conoscono. Saranno i test a dirci se funziona. E magari sarà un'alternativa utile anche per la Juve. Solo in casi estremi, però». Perché nella Nazionale sì e nella Juve no? «Perché qui si fa la zona e la situazione cambia. Nella Juve potremmo scegliere questa soluzione soltanto contro certe squadre, se ci trovassimo in difficoltà a trovare il gol». Dunque va bene che lo provi Sacchi. Un po' meno che ci ripensi il Trap, sebbene, con Vialli e Moeller, Baggio si trovi spesso ad arretrare come farà in Nazio¬ nale. «Nella Juve dobbiamo sfruttare la velocità di Moeller prosegue il Divin Codino - tuttavia gli equilibri sono diversi. Per ora andiamo bene così. Domenica siamo stati in difficoltà contro una neopromossa, ma anche le altre hanno faticato». E Moeller che si è lamentato per la sostituzione? «Sarebbe un guaio se non se la prendesse. E non mi stupisco neppure dei giudizi di Bergkamp e Jonk sull'Inter: se non riesci a esprimerti e non trovi la posizione in campo, te la prendi con tutti». Oggi, e soprattutto con l'Estonia, toccherà a lui trovare il posto giusto. Ma così non teme di perdere la nomination al Pajlone d'Oro co¬ struita con i gol? «So di avere concorrenti forti, soprattutto Baresi e Maldini, perché Boksic, con quello che sta succedendo a Marsiglia, avrà qualche problema. Ma oggi mi importa solo aiutare la Nazionale. I Mondiali non risolveranno tutti i mali del calcio, né del Paese: ma se ci qualificheremo daremo un contributo di serenità, se falliremo toglieremo anche l'ultima speranza. E' una responsabilità che dovremo prenderci tutti». Lui, intanto, ha firmato per la Juve fino al '95, con altri due anni di opzione, ottenendo il diritto di gestire la propria immagine. Marco Ansaldo C/7- mmmm. Robi Baggio non teme che il nuovo ruolo riduca le sue chances per il Pallone d'Oro. A destra Sacchi
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