Miss frasi fatte che Bellissima figuraccia

Miss frasi fatte, che Bellissima figuraccia A Gabicce il dietro le quinte dello spettacolo di Canale 5: pasticci, forfait e 5 milioni di audience Miss frasi fatte, che Bellissima figuraccia Prima una romana di 19 anni. Il «bidone» di Marta Marzotto GABICCE DAL NOSTRO INVIATO Hanno seguito in 5 milioni 307 mila, secondo i dati Auditel, il neoconcorso «Bellissima», martedì sera su Canale 5. Ma non credano, quelli che hanno telefonato in un impeto di democrazia estetica diretta, che il loro voto contasse granché. Per quel che abbiamo capito, stando dietro le quinte della Baia Imperiale qui a Gabicce, visitando spesso le telefoniste ed occhieggiando le croci che vergavano accanto ai 24 nomi sui loro foglietti, la terna di vincitrici è venuta fuori rigorosamente dalla giuria, con anche qualche pasticcetto che ha coinvolto il bravo presentatore Gerry Scotti, costretto nello scarto dalle 24 alle 12 finaliste a fare i salti mortali per improvvisare le domande di rito. Ma sì, cosa volete che sia, di fronte alle cose serie: la romana diciannovenne Uriana Capone, la svizzera quattordicenne Celine Marioni, prima e seconda classificata, entrambe bionde, sono state votate anche dal pubblico a casa, corrispondono ad un canone sognato di nordicismo. Per quel che sappiamo invece, pochissimi telespettatori hanno votato la terza uscita, Flavia Mantovan, bruna di Ladispoli (una che, da come parlava, non sembrava esattamente un'aquila). Ma, ci diceva il giurato Egon Fiirstenberg, che essendo stilista di queste cose se ne intende, essa Mantovan ha il fisico perfetto della modella: un metro e ottanta, fianchi stretti, gambe da fenicottero. Insomma, il tipo che s'incontra abitualmente per strada; com'è noto, ai sarti della gente comune non gliene frega granché. Regolamenti non ne abbiamo visti mai, e ci mancherebbe ancora che uno se la prendesse. Con questa «Bellissima», Canale 5 vuole soltanto opporre una gara ad un'altra gara analoga, «Miss Italia», in onda tra pochissimo sulla concorrente diretta Raiuno. Come ha detto il direttore dell'ammira¬ glia Fininvest Giorgio Gori, che si è scomodato a venire fin qui: «E' inevitabile che due reti così importanti tendano a confrontarsi su appuntamenti importanti, segni delì'istituzionalità». E vedete dov'è andata a finire, povera istituzionalità: la serata, seguita dal vivo da un folto pubblico di militari, è stata modesta e a tratti agghiacciante; tutti gli stereotipi più tremendi sono usciti dalle immagini e dalle bocche delle fanciulle; il oilmine del buongusto si è toccato nel giochetto dello sponsor «Arbre Magique»: due militari dovevano ricordarsi, guardando le terga delle concorrenti, che tipo di profumo ognuna rappresentava. A parte l'esibizione imbarazzante di premature celluliti, c'è stato un trionfo di trite frasi fatte, di gomitate complici fra Scotti e ì frastornati soldatini. Che vergogna. Miss frasi fatte. Non si capisce come in Italia ci sia la crescita zero, visto che ogni aspirante «bellissima» che ha aperto bocca, fra una lacrima e l'altra, ha elencato dili gentemente il numero e il sesso di figli che desidera, e ha posto la fa miglia e la maternità come primo traguardo assoluto nella vita; era fastidioso soprattutto il senso di insincerità che ne usciva, lontano dalla cronache quotidiane, come se quelle rassicuranti dichiarazioni fossero destinate a guadagnar loro comunque i consensi dei telespettatori e della giuria. Il povero mago Binarelli, poi, ha fatto del suo peg gio, con giochini noiosi e dilettan teschi, svelando involontariamente un doppio fondo di bottiglia. Per non parlare del giallo Marzotto: la signora Marta, attesa in giuria ma soprattutto con un pacco di presti giosi abiti Standa per le mamme che dovevano sfilare, non s'è fatta viva, costringendo il costumista a passare il pomeriggio in giro per i saldi delle boutiques di Gabicce con le signore, onde poterle esibire in tv come si conviene. Marinella Vengoni

Persone citate: Binarelli, Capone, Celine Marioni, Flavia Mantovan, Gerry Scotti, Giorgio Gori, Mantovan, Marinella Vengoni, Marta Marzotto

Luoghi citati: Gabicce, Italia, Ladispoli