Woody Allen il riscatto

«Misterioso omicidio a Manhattan» fuori concorso al Festival «Misterioso omicidio a Manhattan» fuori concorso al Festival Woody Alien, il riscatto Risate e delitto, pubblico contento VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO Tre minuti d'applausi, risate continue durante il film e contentezza del pubblico alla prima proiezione fuori concorso di «Misterioso omicidio a Manhattan» (Manhattan Murder Mistery): Woody Alien compensa i suoi fans di tutte le notizie angosciose e disgustose che è toccato leggere su di lui nell'ultimo anno con una commedia gialla perfetta, brillante, divertente, intelligente, significativa e ricca di battute. Uno dell'Indiana ha ucciso dodici vittime e poi se l'è mangiate? «E' uno stile di vita anche quello». La ginnastica vitalizza? «Preferisco atrofizzarmi». La musica di Wagner? «Sentirne troppa fa venir voglia di conquistare la Polonia». La moglie fa cose insensate? «Lascia un po' di pazzia per la menopausa o finirai compagna di cella di John Gotti». Precedenti esperienze artistiche d'una ragazza sottoposta a provino teatrale? «Un "Macbeth" topless, all'Università». Si ride molto, ma non solo. New York di notte vista dall'alto, scintillante di luci e misteriosa, struggente come la vecchia canzone che accompagna l'immagine classica, commovente come una fedeltà riconfermata, sta all'inizio della storia. Una signora matura muore repentinamente d'infarto, la sua vicina di casa Diane Keaton sospetta un uxoricidio e comincia a investigare nonostante le proteste del marito Woody Alien direttore editoriale, alle inda- f;ini s'uniscono gli amici Anjeica Huston, scrittrice, e Alan Alda, teatrante. Sembra un gioco di intellettuali «malati di immaginazione iperattiva, in cerca di scariche d'adrenalina», ma non è così: come sempre la realtà si rivela assai più cruda e impensabile della fantasia, l'intrigo ideato per colmare un vuoto e procurarsi emozione presenta una morte concreta e persino un cadavere dato alle fiamme di un altoforno di acciaieria. Intanto s'è visto avviarsi e funzionare il meccanismo del crimine immaginato e della criminalizzazione d'una persona apparentemente innocua, per bene; s'è vista l'impotenza della razionalità e del buon senso di fronte al dilatarsi del sospetto. Si son visti quattro eleganti intellettuali trasformarsi prima in poliziotti dilettanti capaci di perquisire case altrui e pedinare abusivamente, poi in criminali dilettanti pronti, pur di incastrare il supposto colpevole, a falsificare prove, ad alterare discorsi pre-registrati, a ricattare. Si sono viste tutte le possibili allusioni al conflitto Allen-Farrow: ma alla fine nessuno è innocente, anche se nell'avventura gialla la coppia coniugale s'è rinsaldata, una nuova coppia s'è formata. S'è visto un testardo malinconico amore per il cinema, espresso con grande finezza e divertimento: citazioni di vecchi film («La fiamma del peccato»), di Hitchcock, di inquadrature esemplari; un vecchio cinematografo newyorkese foderato di specchi, cadente, in svendita, un tempo di prima visione e adesso destinato alla programmazione di film storici, del quale il sospettato è proprietario e nel quale è ambientata la sequenza finale ispirata e mescolata alle immagini de «La signora di Shangai» di Orson Welles. La commedia da ridere diventa così doppiamente autobiografica, doppiamente sincera e insieme ambigua: bellissima, anche per quell'aria lievemente logora, tenace e stanca che aleggia sul film, sulle facce non più giovani degli attori. Lietta Tornabuoni Il regista compensa i suoi fans di tutte le notizie angosciose e disgustose su di lui Testarda, malinconica passione per il cinema Nella foto grande, Alien e la Keaton in un momento di «Misterioso omicidio a Manhattan», commedia gialla perfetta, brillante, divertente, ricca di battute. A destra Chiara Caselli, protagonista per la Cavani

Luoghi citati: Indiana, Manhattan, New York, Polonia, Shangai, Venezia