Gerusalemme pietre contro l'accordo di Foto Afp

Picchetti dei coloni israeliani sotto le case dei ministri: «Ci avete consegnati al nemico» Picchetti dei coloni israeliani sotto le case dei ministri: «Ci avete consegnati al nemico» Gerusalemme, pietre contro l'accordo Robin contestato, a Gaza scontri tra falchi e colombe TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il riconoscimento formale tra Israele e l'Olp è sempre più vicino: forse - come hanno detto ieri fonti palestinesi - «è a distanza di qualche parola». E la firma dell'accordo sull'autonomia palestinese a Gaza e a Gerico potrebbe avvenire, secondo fonti israeliane, la settimana prossima alla Conferenza di Washington. Adesso gli occhi sono puntati su Tunisi, dove oggi Yasser Arafat riunisce il comitato esecutivo dell'Olp, e su Bruxelles, dove ieri è giunto il direttore generale del ministero degli Esteri israeliano, Uri Savir, proveniente da Oslo. In Norvegia, Savir ha incontrato ancora una volta l'esponente palestinese Abu al Ala (Ahmed Akrya), probabilmente per elaborare un documento congiunto sul riconoscimento reciproco. E oggi a Bruxelles giungerà anche il ministro degli Esteri Shimon Peres, per una visita lampo il cui scopo ufficiale è di spiegare al commissario della Cee Jacques Delors il significato dell'accordo su Gaza e Gerico, raggiunto con l'Olp. La missione di Peres suscita comunque grande curiosità, in giorni in cui sembra di non doversi stupire più di nulla: ieri il viceministro della Difesa Mordechai Gur ha detto che il premier Yitzhak Rabin e il leader dell'Olp Yasser Arafat potrebbero incontrarsi «entro due-tre settimane». Ieri Peres ha elencato le condizioni che Israele pone a un riconoscimento dell'Olp. Bisognerà che questa organizzazione affermi pubblicamente che sono annullati tutti gli articoli della sua Carta costituzionale che predicano la distruzione di Israele; che denunci il terrorismo e dichiari che future divergenze di opinione con Israele dovranno essere risolte in maniera pacifica; e che riconosca il diritto dello Stato ebraico a vivere in pace e in sicurezza. Adesso Rabin e Arafat sono impegnati a convincere i loro popoli a seguirli sulla via del grande rappacificamento storico. Per entrambi, la giornata di ieri ha fornito indicazioni contraddittorie sugli umori della loro gente. A Gerusalemme, alcuni coloni hanno indirizzato uova verso il premier israeliano, mentre si accingeva a entrare in una scuola per inaugurarvi l'anno scolastico. All'interno, una donna religiosa gli si è poi parata contro, sibilandogli: «Traditore». Per la settimana prossima il movimento dei coloni progetta anche «giornate d'assedio» agli uffici governativi a Gerusalemme e alle case dei ministri. «Vogliamo paralizzare il governo - ha detto Benny Katzover, uno dei leader storici dei coloni - e obbligarlo a dimet- tersi». Sabato scenderà in strada anche il movimento «Pace adesso», con una grande manifestazione a Tel Aviv a favore dell'intesa con l'Olp, a cui forse prenderà parte lo stesso Rabin. Arafat, da parte sua, ha cercato ieri il sostegno della città di Nablus (Cisgiordania) al suo accordo con Israele, con una telefonata rilanciata da altoparlanti nel campus dell'università «An Najah». In un clima di kermesse, migliaia di palestinesi hanno accolto con commozione le parole del loro leader: «Lo Stato palestinese è più vicino di quanto non pensiate», ha detto loro Arafat. «Ma per la pace, occorre anche prendere dei rischi. Non dobbiamo lasciarci sfuggire questa occasione». Sostenitori di Al Fatah hanno tentato anche a Gaza di organizzare una manifestazione di sostegno ad Arafat, ma i co¬ mizi sono stati interrotti dall'improvvisa irruzione di attivisti dei movimenti islamici, che hanno lanciato pietre e spintonato i loro rivali politici. Quindici persone sono rimaste contuse. Oggi Arafat affronterà - da Tunisi, sempre per telefono - i due più noti esponenti della sinistra palestinese, George Habbash e Nayef Hawatmeh (che sono a Damasco), nel corso di un dibattito organizzato dall'Università di Bir Zeit (Ramallah), nel contesto di un seminario su «I palestinesi e la democrazia». Aldo Baquis Nei Territori altoparlanti coi messaggi di Arafat PALESTINA: LA TERRA E I TEMPI DELL'AUTONOMIA -{ALTURE DEL GOLAN abitanti: 12 mila israeliani. Facevano parte della Siria fino alla conquista Israeliana, nel 1967. Una parte è già tornata a Damasco sette anni dopo, il resto è stato annesso da Gerusalemme nell'81. MAR MEDITERRANEO CISGIORDANIA 100 mila israeliani. Un milione di palestinesi. Presa da Israele alla Giordania nel '67. Comprende anche Gerico. Gerusalemme Est fu conquistata i più tardi annessa da Israele. NT" STRISCIA Dl GAZA —z> 3.300 Israeliani. 800 mila palestinesi. Era sotto I'amministrazione egiziana, prima delta conquista israeliana, sempre durante la guerra dei Sei Giorni. Ecco le tappe dell'autonomia palestinese, dopo la firma dell'accordo, attesa a giorni a Washington. ENTRO DUE MESI Olp e Israele firmeranno un trattato per fissare le modalità del ritiro israeliano da Gaza e Gerico. ENTRO QUATTRO MESI Ritiro delle truppe di RabÌrT]j ENTRO NOVE MESI Elezione a suffragio universale del Consiglio palestinese; toccherà alla polizia di Arafat garantire la sicurezza. ENTRO CINQUE ANNJrr 700 mila egiziani. Conquistato da Israele nel '67, è tornato all'Egitto dopo gii accordi di Camp David (78) E' il periodo in cui resterà in carica il Consiglio. Entro tre anni dalle elezioni dovrà cominciare la trattativa per la sorte dell'intera Cisgiordania. ARABIA SAUDITA Il ministro degli Esteri egiziano ieri in Israele divertito di fronte alla cravatta coloratissima di Peres [FOTO AFP]